di Paolo Maleo
L’affaire Banca Fideuram viaggia ancora sul fronte delle indiscrezioni. Il consiglio di gestione di Intesa Sanpaolo svoltosi il 12 gennaio a Torino non ha affrontato la questione ipo, è tutto rimandato al 9 febbraio, data in cui si riunirà il consiglio di sorveglianza del gruppo, che per statuto deve approvare le operazioni strategiche.
Ma, un nuovo rumors è entrato nel puzzle del collocamento di parte della maggioranza di Fideuram (che dovrebbe avvenire sui mercati retail d’Europa, Italia compresa e presso gli istituzionali Usa) e riguarda il conferimento di Fideuram Vita alla banca guidata dall’ad Matteo Colafrancesco.
Un conferimento che, secondo quanto riportato da Il Messaggero a inizio settimana, spingerebbe il valore dell’operazione fino ai 3,5 miliardi di euro.
La notizia del ritorno del ramo assicurativo in casa Fideuram non ha però sorpreso i private banker. Anzi, il Coordinamento Nazionale dei private banker dell’istituto attendeva da tempo questo annuncio.
Fu proprio Corrado Passera a parlare per primo di un ritorno di Fideuram Vita. In occasione della celebrazione dei 40 anni della storica rete di promotori finanziari, svoltasi nell’ottobre del 2008, Passera, seppure in maniera informale, annunciò (e in parte promise) a un “insistente” Colafrancesco che Fideuram Vita sarebbe tornata a casa.
Già perché i private banker di Colafrancesco non hanno mai digerito la separazione che portò Fideuram Vita nel progetto Eurizon, un progetto che non ha mai entusiasmato i promotori finanziari. Adesso, se le indiscrezioni di inizio anno saranno confermate, con il ritorno della parte assicurativa e la quotazione, quel Coordinamento Nazionale nato tra il 2004 e il 2005, proprio per opporsi al passaggio della banca sotto il controllo della compagnia assicurativa del gruppo (Eurizon), potrebbe brindare a una vittoria importante. Amplificata, eventualmente, da un coinvolgimento diretto nella gestione della stessa Banca Fideuram.
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