Mediolanum, odi et amo. Intanto Bancoposte si fa sotto…

Mediolanum o la si ama o la si odia, di certo non risulta indifferente ai lettori di Bluerating che nel commentare i risultati ottenuti nel 2009 dalla società creata da Ennio Doris si dividono in due schieramenti. Da un lato vi è chi sottolinea come “essendo fondata solo da partite Iva (i promotori)” i risultati della società “sono solo dati dalla soddisfazione della clientela (e non da fusioni o diminuzione dei costi o incorporazioni o altro che altri istituti fanno riferimento)”, dall’altro c’è chi invece ribadisce come la forza di Mediolanum stia “nella aggressività dei promotori, ma soprattutto nella asimmetria informativa tra intermediari e clienti” e prevede: “Quando i clienti diventeranno capaci di capire i prodotti che sottoscrivono, per Mediolanum sarà ora di cambiare modello”.

 

Anche sul fatto che il “modello Mediolanum” possa o meno sposarsi con lo sviluppo di una vera consulenza alla clientela che non sia solo un’altra forma di promozione le opinioni sono contrastanti: per alcuni il gruppo di Doris “è un multilevel, altro che modello” e quindi “di consulenza neanche a parlarne, solo attenzione alle “spese” da parte dei supervisori e spremute di clienti a go-go”. Fino ad arrivare, sostiene uno dei nostri lettori, a “casi come le polizze “Completa”, trasformate nella costosissima “Europension” a danno dei clienti” senza peraltro che l’Isvap o altri organi di controllo abbiano mai trovato nulla da obiettare.

 

Per altri è vero l’opposto: “Mi sono laureato in Economia ho lavorato in una Cassa Rurale – spiega un PF -  e poi sono entrato in Banca Mediolanum. La differenza fondamentale è che ora posso fare consulenza per i miei clienti prima no. Quindi i miei clienti sono molto soddisfatti oggi di prima”. Intanto però al mondo delle reti e ai suoi campioni sembra giungere una nuova sfida, questa volta non da parte di una banca o di un’assicurazione italiana o straniera che sia bensì da parte delle Poste Italiane.

 

Il gruppo guidato da Massimo Sarmi continua infatti a macinare buoni risultati sul piano finanziario centrando l’ottavo esercizio consecutivo in utile con ricavi totali in crescita del 12,6% a 20,1 miliardi grazie in particolare alla performance dei servizi assicurativi, in aumento del 29% sull’esercizio precedente oltre che dei servizi finanziari (+8%). Di rilievo appare poi il risultato della raccolta del risparmio postale, con circa 5,5 miliardi collocati sui buoni fruttiferi postali e sui libretti di risparmio, a riprova dell’elevato livello di fiducia assegnato dai risparmiatori a Poste Italiane anche in un anno caratterizzato come quello passato da una pesante crisi finanziaria mondiale.

 

Spesse volte divisi al loro interno in merito al miglior modello di riferimento, all’opportunità di procedere ad una revisione dei rapporti giuridici con l’introduzione di un contratto nazionale o del plurimandato, fortemente legati ciascuno alla propria mandante salvo recriminarne alcune politiche organizzative e in materia di compensi e incentivi, i promotori finanziari italiani dovranno ora guardarsi anche dalla concorrenza degli sportellisti di Bancoposta? Come sempre indirizzate qui la vostra opinione in merito.

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