Le Sgr italiane cercano promotori

Nonostante mercati finanziari che, specialmente in Europa, restano alquanto fragili e sospesi tra la voglia di ripartire scommettendo su un superamento senza troppi danni del rallentamento che sembra in corso negli Usa e in Europa ma che dovrebbe lasciare spazio a una nuova riaccelerazione nel corso del 2011 (più probabilmente a partire dall’estate, per alcuni economisti forse già dalla primavera) e nonostante le manovre correttive di bilancio contribuiscano a mettere in tutta Europa sotto pressione il risparmio (riducendo il reddito disponibile con tagli alla spesa o agli incentivi pubblici a fronte di un innalzamento della pressione fiscale e del costo di molti servizi pubblici), o forse proprio per questo, non si arrestano in Italia le notizie di nuovi spostamenti di grandi portafoglisti da un gruppo finanziario a un altro.

 

E’ di questi giorni, ad esempio, la notizia dell’accasamento in Azimut di Annibale Giurazza, fratello di Amedeo (attuale amministratore delegato dell’investment company partenopea Vertis Sgr) e come lui ex presidente e amministratore delegato di Borsaconsult Spa (società poi confluita nel gruppo Banca Popolare di Bari), dal 2001 fino ad alcune settimane fa consulente e promotore finanziario per Banca Leonardo, nonché tuttora mebro del Cda e vicepresidente della Banca popolare delle Isole Partenopee. Il professionista si unisce ora alla squadra guidata da Mario D’Apuzzo (che in Azimut è ormai dal 1996, dopo precedenti esperienze in San Paolo Invest).

 

C’è tuttavia chi sembra non voler puntare a professionisti già affermati ma al vivaio: così Banca Fideuram ha annunciato qualche giorno fa di voler inserire nel prossimo triennio 700 neolaureati nel mondo del lavoro col progetto “Essere Fideuram, Essere Consulente” ed avviarli alla professione di consulente finanziario dopo la frequenza con profitto di un apposito Master in Private Banking. Questo perché secondo Salvatore Maccarone, presidente di Banca Fideuram e Matteo Colafrancesco, che di Banca Fideuram è l’amministratore delegato, in Italia esisterebbe “una forte domanda di consulenti finanziari”, a fronte di un’offerta “insufficiente”. Occorre dunque colmare “un deficit di conoscenza finanziaria molto acuto”, anche perché in Italia “ci sono 3 mila miliardi di euro di risparmio delle famiglie, ma solo il 18% è gestito, il resto è massa indistinta”.

 

Insomma, che siano professionisti esperti e con ricchi portafogli o giovani “talenti” pronti a mettersi in gioco gli intermediari italiani sembrano aver ancora necessità di promotori e consulenti finanziari. Sarà vero e basterà questa richiesta a ridare prospettive a una professione apparsa in questi anni alle prese con una seria crisi? Attendiamo come sempre le vostre opinioni sulle pagine di Bluerating.

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