Deutsche Bank e la minaccia del credit crunch

L’a.d. di Deutsche Bank Josef Ackermann ha avvertito che le svalutazioni sul debito sovrano abbinate alla richiesta di rafforzamento patrimoniale potrebbero portare a una stretta al credito nell’economia reale. Lo riporta l’agenzia di stampa Reuters.

“Resta la questione se le banche saranno in grado di erogare finanziamenti o se i possibili haircut nella zona euro e il nuovo quadro regolamentare le costringeranno nella pratica a usare una politica più restrittiva”, ha spiegato Ackermann in un convegno a Berlino, stando al testo del discorso riportato dalla Reuters. “Abbiamo bisogno di trovare il giusto equilibrio tra un regolamento più severo del settore finanziario e l’impatto che questo può avere sull’economia nel suo complesso”, ha aggiunto Ackermann.

Il numero uno ha precisato che, considerata la buona crescita dell’economia tedesca finora, Deutsche Bank non vede il bisogno di restringere i requisiti per i prestiti alle società tedesche. Ackermann ha detto di avere dei dubbi sul fatto che la ricapitalizzazione obbligatoria delle banche europee – attualmente discussa dai politici francesi e tedeschi – possa aiutare a risolvere la crisi del debito. “La chiave per una soluzione è nelle mani dei governi”, ha dichiarato, “che devono recuperare la fiducia dei mercati sulla solidità delle finanze pubbliche”.

Ackermann, durante il convegno, ha aggiunto che il suo istituto farà tutto il possibile per evitare una ricapitalizzazione forzata, sottolineando che la banca ha abbastanza fondi propri per affrontare una crisi. L’a.d. ha aggiunto che l’obbligo per la banca di mantenere l’esposizione sui titoli greci è costata 400 milioni di euro quest’anno.

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