Cfo si fa ammaliare dalle assicurazioni

ANDREA CARACENI – A poco più di un mese dalla fusione con Seven sim, l’amministratore delegato di Cfo sim, Andrea Caraceni, ha fatto il punto con BLUERATING sui progetti di crescita della società, che dopo l’aggregazione conta su un patrimonio totale di 1,072 miliardi, un patrimonio netto di oltre 8 milioni e 221 clienti. Il manager ha spiegato che il matrimonio con Seven sim è solo il punto di partenza per una crescita che si svilupperà sul fronte dimensionale da un lato – con possibili acquisizioni sia in Italia sia all’estero – e dell’ampliamento dell’offerta dall’altro: tra i primi obiettivi ci sono la costituzione di una sicav di diritto lussemburghese e l’acquisto di un fondo pensione aperto, ma si guarda anche a un imminente ingresso nel settore dei servizi assicurativi.

Caraceni, in che modo la vostra attività si sta trasformando, all’indomani dell’operazione con Seven sim?
Con l’aggregazione il nostro team è cresciuto sia numericamente – attualmente siamo 25 persone – sia in termini di nuove competenze, in particolare sull’asset management e sulla parte assicurativa: questo ci ha consentito di ampliare i target di clientela e di porci nuovi obiettivi. Fino all’operazione con Seven sim infatti, ci rivolgevamo essenzialmente a famiglie imprenditoriali che hanno bisogno di un servizio di family office, a cui offriamo servizi di investimento della ricchezza “tailor made” e consulenza su passaggio generazionale, filantropia e così via. Ora vogliamo diventare anche una piattaforma per altri family office. Non solo: essendo cresciuti, abbiamo aggiunto il canale dei clienti istituzionali, che ha esigenze diverse ma caratteristiche simili al cliente da family office, e vorremmo aprire alla clientela da private banking, con un’offerta più standardizzata. Un’altra direttiva di crescita è quella dell’offerta, indiretta, al canale retail: in questo caso noi ci interfacciamo con le reti di distribuzione, che a loro volta collocano prodotti assicurativi, di asset management e previdenziali alla clientela finale. In questo contesto abbiamo già accordi con due reti: Unicasim e Valori&Finanza.

Quali novità in termini di offerta?

Stiamo lavorando alla nascita di una nuova sicav di diritto lussemburghese con una doppia finalità: per i clienti istituzionali, i family office e le famiglie imprenditoriali venderemo prodotti su misura, mentre per la clientela retail andremo a costruire tre comparti, due azionari specifici su Europa e America e uno che dia un’asset allocation globale prudente con rischio abbastanza contenuto. Il nuovo organismo di investimento – che dovrebbe partire all’inizio del prossimo anno, anche se speriamo di anticipare – si chiamerà Timeo sicav, in riferimento all’opera “Timeo” in cui Platone parla dei solidi platonici. In estrema sintesi, nel Timeo Platone cerca di spiegare fenomeni complicati con elementi semplici, che è un po’ quello che cerchiamo di fare noi ogni giorno. Ma le novità non finiscono qui: stiamo anche lavorando al lancio di un fondo pensione, una decisione maturata alla luce di diverse riflessioni. Prima di tutto, è sempre più evidente l’esigenza di costruire un secondo pilastro in termini previdenziali che sia aggiuntivo rispetto a quello dell’Inps. Per family office, famiglie imprenditoriali e clienti istituzionali andremo a fare accordi e prodotti ad hoc, mentre per il retail penseremo a un prodotto standard che lavori su rischio, obiettivo di investimento e distanza dalla pensione. Vorremmo poi entrare nel mondo assicurativo, sempre con la stessa logica. La nostra idea è quella di partire l’anno prossimo su questo fronte, ma potremmo partire anche subito se trovassimo un’occasione: o l’acquisizione di qualche struttura – che potrebbe essere un intermediario assicurativo o un broker – o l’acquisizione di un team di persone che portino competenze in quell’ambito.

Prevedete anche una crescita del vostro team?
Cresceremo sicuramente per linee esterne: abbiamo già in ballo acquisizioni di altri intermediari finanziari in Italia, dove stiamo vagliando diverse opportunità. Per il momento non riusciamo invece a concentrarci attivamente anche sull’estero, ma guardiamo strategicamente a Londra e opportunisticamente dove troveremo una squadra locale con cui fare partnership. Per quanto riguarda la crescita fisiologica, vogliamo inserire 5-10 persone entro il 2015 sulla parte commerciale. Nuove aperture in vista? Nell’Italia del Nordest siamo presenti con una sede a Milano e una a Pordenone. Vorremmo riaprire a Bologna, ci stiamo lavorando, senza perdere d’occhio altre città italiane dove potremmo vedere opportunità.

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