Azimut, utile sopra le attese

Ricavi consolidati per 376 milioni di euro, contro i 415 milioni del 2017. Un utile netto di 73 milioni, in calo dai 121 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente, ma comunque sopra le attese degli analisti. Sono questi, in sintesi, i dati di bilancio diffusi oggi da Azimut Holding e relativi al primo semestre dell’anno. Il totale delle masse gestite a fine giugno dalla società ha raggiunto i 40,8 miliardi di euro; il dato che comprende il risparmio amministrato e gestito da case terze e direttamente collocato arriva a invece a  51,6 miliardi. La raccolta netta nei primi sei mesi dell’anno è stata pari a circa  2,4 miliardi, di cui una buona parte deriva dal business estero che oggi rappresenta il 25% del patrimonio complessivo del gruppo.

La posizione finanziaria netta consolidata a fine giugno è  negativa per circa 57 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai  134,9 milioni di fine dicembre 2017. Nel semestre sono stati pagati dividendi ordinari per circa 131 milioni, è stata eseguita l’ultima tranche di buyback per circa 30 milioni e sono state fatte acquisizioni per 17 milioni. La posizione finanziaria netta  include anche versamenti attorno a  80 milioni per acconti d’imposta, bollo virtuale e riserve matematiche.

E’ continuata l’attività di reclutamento in Italia di consulenti finanziari e private banker: nel primo semestre del 2018 il gruppo e le sue divisioni hanno registrato 119 nuovi ingressi, portando il totale del gruppo Azimut a fine giugno a 1.719 unità. II consiglio di amministrazione di Azimut Holding, ha deliberato di procedere con una nuova tranche di acquisto di azioni proprie per un controvalore indicativo fino a 10 milioni di euro, e un corrispettivo massimo per azione pari a 30 euro. Questa nuova tranche si aggiunge alle altre tre già completate nel precedente programma per un controvalore complessivo di 100 milioni di euro.

Sergio Albarelli, ceo del gruppo ha dichiarato: “I risultati del secondo trimestre mostrano un’evoluzione positiva rispetto ai tre mesi precedenti nonostante il perdurare dell’incertezza e della volatilità sui mercati finanziari. A questi risultati hanno contribuito in modo rilevante le attività estere il cui sviluppo sarà sempre più una leva strategica per la crescita del gruppo.”

Pietro Giuliani, presidente di Azimut, ha invece commentato: “Lascio alla fantasia e/o alla malevolenza degli “operatori di mercato”, la spiegazione del perché il nostro utile netto è superiore del 50% di quello previsto dal consenso. La nostra priorità è produrre performance per i nostri clienti e per i nostri azionisti, non spiegare perché i nostri risultati siano molto maggiori di quelli che il mercato si aspettava. Per quanto riguarda alcune fantasiose ipotesi sul futuro di Azimut, commento solo reiterando il fatto che porteremo il valore del titolo a 50 euro anche senza contributi che potrebbero sembrare fatti “pro domo propria”. Ricordo che non più tardi di un mese fa 1.200 colleghi che lavorano in Azimut hanno investito in un’operazione di Lbo ulteriori 100 milioni di euro, affiancati da un fondo di private equity che ha investito ulteriori 60 milioni di euro circa, per un totale attorno 160 milioni di euro.”

 

Di seguito i risultati sul secondo trimestre dell’anno che attestano il miglioramento dei conti di cui ha parlato Albarelli:

  • Utile netto nel trimestre pari a € 46 milioni: superiore del 50% rispetto al consenso
  • Ricavi consolidati: € 193 milioni (€ 201 milioni nel 2Q 2017) Sergio Albarelli

 

 

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