Banche-reti, un mondo dove si diventa ceo da giovani

Non solo Mossa e Martini, nel mondo delle banche reti i manager diventano ad (o ceo, che dir si voglia) in giovane età. Segno di un settore dinamico e che valorizza professionisti giovani, di più della media nazionale. Almeno stando a un’indagine della società di executive search Heidrick e Struggles, la quale colloca l’Italia ai vertici nel mondo come numero di manager che riescono a diventare ceo prima dei 45 anni. Il nostro Paese, infatti, in questo dato supera le aspettative raggiungendo il 25%, tre punti percentuali sopra la media internazionale. È quanto emerge dal report annuale Route to the top. Il mondo delle banche reti, in questo senso, ha tanti argomenti da spendere, dal momento che vanta molti esponenti diventati ceo in giovane età.

Giusto per citare qualche nome illustre, l’attuale amministratore delegato e direttore generale di Fineco, Alessandro Foti, quando divenne capo azienda, nel 2000, aveva solo 40 anni.

Altro nome grosso dell’advisory è quello di Gian Maria Mossa, ad e dg di Banca Generali. Quando nel 2016 ha assunto la guida dell’istituto chiamato a prendere il posto dello scomparso Piermario Motta, aveva solo 42 anni.

E sempre giovani sono i cinque amministratori delegati attualmente in carica di Azimut Holding. Quando furono nominati, nell’aprile del 2019, l’attuale ad e dg Paolo Martini aveva 45 anni. Ancora più giovane Gabriele Blei, divenuto amministratore delegato ad appena 39 anni. Gli altri sono Giorgio Medda (nomina a 43 anni), Massimo Guiati (47 anni) e Alessandro Zambotti, che è anche cfo e fu nominato co-ad a 37 anni.

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