Consulenza e rendiconti Mifid 2, la stroncatura dell’Aduc

Linee guida per evitare la giungla degli anni passati, quando ogni banca-rete o casa di gestione aveva prodotto la propria libera interpretazione della rendicontazione dei costi introdotta da Mifid 2. È con questo intento che Assoreti e Assogestioni, a metà febbraio, hanno rilasciato un documento unico per cercare di uniformare quanto più possibile le prassi. Impresa non facile e con risultati ancora tutti da valutare, ma sta di fatto che alcuni passi concreti sono stati compiuti per arrivare a una maggiore chiarezza.

Scadenza prefissata

Ne sono un esempio l’istituzione di una data di scadenza per l’invio dei rendiconti (il 30 aprile) o le nuove modalità di rappresentazione dei costi che dovranno essere sempre annualizzati e, se negativi, visualizzati con davanti un segno meno. Il tutto, sotto la supervisione di un tavolo congiunto che possa vigilare su tempistiche e modalità di trasmissione dei dati. La rendicontazione dei costi ex post trae origine da due normative diverse: la direttiva comunitaria Mifid 2 e la meno conosciuta Priip relativa ai prodotti assicurativi d’investimento. Entrambe nascono con l’intento di rendere chiaro e comprensibile agli investitori quanti e quali costi sono stati applicati ai prodotti d’investimento. Per quanto riguarda la ormai celebre normativa Mifid 2, le comunicazioni devono essere corrette, chiare e non fuorvianti, mentre per la Priip le informazioni devono essere scritte in un linguaggio e uno stile chiaro e sintetico, così da facilitare la comprensione delle informazioni in essa contenute. Nell’estate del 2019 questa testata aveva prodotto uno speciale, con l’aiuto di Aduc, associazione per i diritti degli utenti e consumatori, che era servito a valutare i primi rendiconti Mifid rete per rete.

Ne era scaturita una pagella, con tanto di voto complessivo, giudizio a latere e singole valutazioni di merito su tre variabili: facilità lettura, esplicitazioni costi e completezza delle informazioni. A fronte di qualche esempio virtuoso, saltavano tuttavia all’occhio alcuni voti insufficienti o gravemente insufficienti, anche attribuiti a protagonisti illustri delle banche-reti: si erano infatti ravvisati documenti poco sintetici, dallo spiccato retrogusto pubblicitario e talvolta scarsamente leggibili. Per di più, anche il tempismo con cui i rendiconti furono effettivamente inviati alla clientela avevano lasciato qualche perplessità tra selve di ritardi e rinvii. Tutte queste esperienze negative hanno portato le due grandi associazioni di categoria, Assoreti per quanto riguarda il mondo della distribuzione e Assogestioni per il mondo delle case prodotto, ad adoperarsi per cercare di migliorare la situazione e mettere alcuni punti fermi. “La disciplina di matrice Mifid 2, nel porsi la finalità di tutelare gli investitori, ha fissato a carico degli intermediari distributori anche il dovere di assicurare che gli investitori siano in grado di valutare i propri investimenti e di poter confrontare servizi e strumenti finanziari”, è quanto si legge sul comunicato congiunto delle due associazioni, che non hanno voluto aggiungere altro nonostante le richieste di BLUERATING.

Tavolo di confronto

“Tra gli elementi utili alla valutazione è stata inclusa la consapevolezza di tutti i costi e gli oneri”. In tale contesto, lo scorso anno, Assoreti e Assogestioni, anche a seguito della Raccomandazione n. 1/2020 di Consob sulle modalità di adempimento dell’obbligo di rendicontazione, hanno dato vita a un Tavolo interassociativo con l’intento di favorire il dialogo fra produttori e distributori e la convergenza verso soluzioni condivise, idonee a consentire ai distributori l’adempimento dell’obbligo degli stessi di procedere al tempestivo inoltro alla clientela del rendiconto aggregato dei costi e oneri nella prestazione dei servizi d’investimento e accessori. Il Tavolo interassociativo, formato da qualificati esponenti dei distributori e dei gestori sia nazionali sia esteri, è quindi pervenuto alla redazione di linee guida che, corredate da un Documento tecnico, sono state approvate dalle due associazioni e diramate alle rispettive associate. “Il contenuto delle linee guida è stato oggetto anche di confronto costruttivo con le altre associazioni di categoria degli intermediari distributori”, si legge sempre sulla nota, “le quali hanno condiviso la finalità di individuare prassi comuni con i produttori volte a rendere più efficiente il processo di rendicontazione alla clientela, con riferimento sia alla tempistica sia alla qualità delle informazioni fornite”. I produttori e i distributori, è riportato sempre all’interno delle linee guida, si confronteranno al Tavolo interassociativo nella seconda parte dell’anno 2021 per verificare, all’esito delle rendicontazioni inviate alla clientela per l’anno 2020, l’eventuale esigenza di individuare tempistiche e modalità di trasmissione dei dati più efficienti al fine di poter ancor meglio assicurare il rispetto del termine del 30 aprile per l’invio del rendiconto alla clientela da parte dei distributori.

Stroncatura dell’Aduc

La redazione di BLUERATING è quindi tornata a chiedere, come accaduto poco più di un anno fa, ad Alessandro Pedone di Aduc un commento indipendente riguardo alle linee guida recentemente divulgate: “C’è poco da commentare”, è stata la sua risposta. “Si tratta di aggiustamenti squisitamente tecnici. Il dato di politica del consumo che emerge è che è stato consolidato che la scadenza per questo rendiconto è di fatto diventata aprile. Quindi la significatività di questo rendiconto è quasi completamente compromessa. Per il rendiconto aveva senso che la scadenza massima fosse stata non più tardi di gennaio, proprio al massimo a febbraio. Avendo la scadenza ad aprile la quasi totalità degli investitori ha già dimenticato i rendimenti dell’anno passato e la spinta a cambiare è quasi completamente esaurita”. Una stroncatura in piena regola, quindi, a cui il rappresentante delll’associazione dei consumatori ha infine aggiunto un giudizio pesante anche su chi deve vigilare: “La responsabile principale di questa situazione è certamente la Consob”.

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