Fineco, rischio tagliola per i correntisti troppo liquidi

Fineco ha inviato una lettera ai suoi clienti, in cui li avvisa che per i depositi oltre i 100 mila euro senza mutui né prodotti di risparmio gestito potrebbe scattare la chiusura del conto. Il motivo di una tale decisione, che può segnare una svolta nel mondo bancario, è l’onerosità dei tassi negativi che, scrive l’istituto nella lettera, “hanno un impatto sfavorevole sull’attività di gestione della liquidità, con particolare riferimento a quella depositata dai clienti sul conto corrente”.

La lettera di proposta di modifica unilaterale è già stata recapitata ai clienti, ed è stato spiegato che, “con efficacia a partire dal 18 maggio 2021, la clausola – che già prevede, per ciascuna delle parti, l’incondizionato diritto di recesso dal rapporto di conto corrente – sarà modificata per specificare come la Banca possa avvalersi di tale facoltà, in particolare, qualora al momento del recesso e nei 3 mesi precedenti concorrano tutte le seguenti condizioni: 1) presenza sul conto di una giacenza media di liquidità per un controvalore uguale o superiore a 100 (cento) mila euro; 2) assenza di qualsiasi forma di finanziamento (a titolo esemplificativo e non esaustivo: mutuo, prestito personale, Credit Lombard), anche se già concesso ma non utilizzato ad eccezione delle carte di credito; 3) assenza di qualsiasi forma di investimento in prodotti di risparmio gestito o amministrato”.

A incidere, come si accennava, è la politica molto espansiva della BCE che ha prodotto un incremento di liquidità, con conseguente aumento dei livelli di giacenza in conto corrente e un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse interbancari come l’Euribor, il tasso utilizzato dalle banche nelle proprie operazioni di finanziamento. Nello specifico, nel 2020, la media mensile dell’Euribor 1M ha proseguito la sua discesa toccando a febbraio 2021 il valore di -0,553%, con un differenziale negativo pari a -0,098 % rispetto a ottobre 2019 (Euribor 1M pari a -0,455%).

Il mantenimento sul conto corrente di giacenze liquide rilevanti, pertanto, genera per gli istituti bancari significative ripercussioni negative sull’equilibrio economico fra i costi sostenuti per l’erogazione del servizio e i ricavi derivanti dall’utilizzo dello stesso.

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