Bruxelles, stretta ai soldi pubblici per aiutare le banche in difficoltà

Grandi manovre in Europa, sopratutto per evitare nuovi salvataggi in stile Mps. Il piano è quindi una stretta sull’uso dei soldi pubblici per le banche in difficoltà, oltre a rendere più facile per i correntisti spostare il proprio conto da un istituto in crisi ad un altro. Questo, in sintesi, è quanto prevede la bozza di legge a cui sta lavorando la Commissione Europea, come riportato dal Financial Times.

Un provvedimento atteso da settimane da parte di Bruxelles, e rallentato solo dalle recenti crisi di Silicon valley bank e Credit Suisse. Come dichiarato, l’obiettivo è quello di rafforzare l’Unione Bancaria, cioè l’insieme delle misure elaborate dall’Europa dopo la crisi finanziaria e volte a tutelare i contribuenti.

Anche se ad oggi le norme Ue rendono complicato usare denaro pubblico per i salvataggi delle grandi banche, ricordiamo come questo non abbia impedito all’Italia, nel 2017, di utilizzare 5,6 miliardi di euro provenienti dalle casse statali per aiutare Monte dei Paschi di Siena. Come detto dal Financial Times, però questa misura è stata possibile grazie a una “scappatoia” trovata dalle autorità italiane: infatti, il sostegno a Mps è stato fornito sotto forma di cash in forma “precauzionale”, e quindi non configurato come aiuto di Stato. La commissione europea, dunque, starebbe lavorando a nuove regole che dovrebbero rendere più difficile poter utilizzare questo modus operandi.

Un altro punto importante della bozza è l’estensione delle norme anti-salvataggio pubblico anche alle banche più piccole. La proposta prevede infatti che la Bce o le autorità nazionali di regolamentazione finanziaria debbano dare immediatamente la comunicazione quando un istituto di credito è “a rischio di fallimento o di probabile fallimento”. In questo modo, sempre secondo il FT, si garantirebbero “un’applicazione coerente delle norme in tutti gli Stati membri, assicurando una maggiore parità di condizioni, proteggendo al contempo la stabilità finanziaria e i depositanti, prevenendo il contagio e riducendo il ricorso al denaro dei contribuenti”.

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