Orcel e la rivoluzione di UniCredit: “Digitali, efficienti e veloci”

Messa in cascina una semestrale da incorniciare, il lavoro per UniCredit non è però ancora finito, portato magistralmente avanti dal ceo Andrea Orcel. Una rivoluzione lenta ma costante che sta interessando varie aree, ultima in ordine di tempo quella che ha visto il cda del gruppo adottare il sistema di governance monistico, che prevede un comitato per il controllo sulla gestione costituito all’interno dello stesso board.

Dell’evoluzione della banca ha parlato il manager nel corso di una intervista rilasciata a Il Corriere della Sera. “I due fattori principali che ci distinguono sono il team e la trasformazione in corso, che mai è stata realizzata prima. Stiamo diventando sempre più efficienti e veloci, reinvestendo in business, tecnologia e dati”.

Uno dei punti focali su cui il manager sta lavorando, però, è quello del taglio a diversi costi: “E’ dal 2021 che stiamo tarando tutte le efficienze per processo: non andiamo a tagliare quello che genera fatturato, ma quello che ci rende inefficienti nell’operare. È più difficile, ma spinge i ricavi” ha assicurato Orcel.

Anche sui vari interventi delle banche centrali e il costo del rischio legato alla svalutazione dei crediti, il ceo ha le idee chiare: “Avevamo un costo del rischio sottostante medio di ciclo di circa 2 miliardi, e siamo riusciti a dimezzarlo a 20-25 punti base. Successivamente abbiamo alzato il livello di riserve sulle nostre posizioni in modo da diventare più conservatori. Tutto questo, combinato a un ciclo del credito positivo, ci porta a un basso costo del rischio e a clienti che performano meglio. Inoltre aspettiamo l’impatto di oltre 2mila assunzioni, del miglioramento di centinaia di filiali e delle nuove piattaforme tecnologiche su consumo e protezione”.

Sul tema del digitale, UniCredit è più che pronta al cambiamento: “Il vero punto è la trasformazione tecnologica interna. Non bisogna tanto creare piattaforme alternative su cui spostare clienti, ma integrarle all’offerta in modo da ottenere una banca moderna”.

Orcel ha parlato anche del continuo aumento dei tassi,  che “ha creato uno picco di redditività che il mercato non sta apprezzando. Al momento non si riesce a capire se ci saranno altri rialzi, ma la vera domanda è fino a dove saliranno e quanto rimarranno su quel livello. Secondo noi quello che cambierà sarà il coefficiente di trasferimento dei tassi di interesse sulla raccolta sui depositi”.

E quale sarà la redditività di UniCredit quando i tassi si riassetteranno? “Eliminando l’eccesso di capitale siamo al 21% di Rote” dice Orcel. “Dovremo essere capaci di stare intorno al 15%. Sono sicuro che tutto il lavoro che abbiamo impostato e che stiamo facendo ci permetterà di affrontare con successo e solidità anche cicli economici differenti”.

 

 

 

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