Mediobanca-Delfin, le condizioni per arrivare a una lista unica

Continua il braccio di ferro tra Mediobanca e Delfin. Come scrive il Sole 24 Ore, le ultime condizioni richieste da Delfin riguardano cinque consiglieri nel board, un presidente condiviso e un impegno a rivedere e migliorare la governance dell’istituto soprattutto in tema di assegnazione nel cda di posti alle minoranze.

Condizioni immediatamente respinte al mittente dal consiglio di amministrazione della banca e dal suo amministratore delegato, Alberto Nagel, disposti a ragionare su una lista unica con al massimo 3 o 4 rappresentanti di Delfin, in cambio di un impegno scritto a non votare altre liste. Insomma, è da questo confronto che passerà o meno l’accordo in attesa dell’appuntamento di ottobre per il rinnovo del board.

Una strada che appare comunque ancora in salita, nonostante un ulteriore ciclo di incontri previsto nel mese di settembre, per cercare di trovare una quadra ed arrivare a un accordo. Prima della pausa estiva, Caltagirone e Delfin avevano chiesto la sostituzione del presidente Renato Pagliaro con Vittorio Grilli.
Da parte sua, l’ad Nagel avrebbe a più riprese chiesto a Delfin garanzie e condivisione di obiettivi.

Qualunque cosa accadrà, toccherà al ceo di Piazzetta Cuccia decidere se andare incontro alle richieste della finanziaria Delfin oppure andare alla conta finale, con la consapevolezza di scontrarsi con una lista di minoranza forte, complicando equilibri e governabilità.

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