Certificati: l’auto sbanda su chip e commodity ma tiene in Borsa
A penalizzare il settore è l’aumento dei casi di Covid-19 in Malesia, dove vengono prodotti il 13% dei semiconduttori utilizzati nell’industria auto globale. Da evidenziare come la carenza dei microchip stia portando diverse aziende a fermare per qualche tempo l’attività delle fabbriche. A penalizzare l’automotive è anche l’incremento dei prezzi dell’acciaio e della resina plastica. Tutti questi elementi hanno spinto verso l’alto i prezzi dei veicoli. Secondo uno studio di Kelley Blue Book, il prezzo dei nuovi veicoli è incrementato del 6,4% da giugno 2020.
Il cosiddetto chip shortage e il rialzo delle materie prime penalizza in particolar modo le auto elettriche, che utilizzano circa 3.000 microchip, mentre i veicoli tradizionali ne impiegano tra i 50 e i 150. Proprio questo tipo di automobili sarà quello che prenderà sempre più quote di mercato in futuro. Quasi tutte le società del comparto tradizionale stanno convertendo la loro produzione abbandonando progressivamente i motori a scoppio. I veicoli elettrici sono anche al centro di numerosi programmi di incentivi a livello governativo, specie se si pensa che l’Eurozona e gli USA puntano ad arrivare alle emissioni zero entro il 2050, mentre la Cina mira a questo obiettivo entro il 2060. EVAdoption mette in luce come entro il 2030 le vendite di auto elettrificate potrebbero passare dal 3,4% del 2021 al 29,5% del totale di veicoli venduti. Questo implica un totale delle vendite che passerà da 500.000 unità a 4,7 milioni.
In tal senso, una volta che la situazione di carenza di chip volgerà al termine, le compagnie dell’automotive potranno assistere a un incremento del fatturato accelerato anche da una possibile diminuzione dei costi di batterie e componenti.
I certificati di Vontobel sul settore auto
A cura di Vontobel Certificati
Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nel tuo Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!