Commissioni differite, una svolta con alcune ombre

Chiarimento da parte di Bankitalia sul tema delle commissioni differite applicate ai fondi d’investimento. Una novità che, tuttavia, lascia il fianco ad alcune ombre per i risparmiatori. Come riporta Plus 24, l’inserto del Sole 24 Ore sul risparmio gestito del 27 febbraio, l’istituto con la modifica del Regolamento sulla gestione collettiva del risparmio del 16 febbraio scorso ha colto l’occasione per chiarire che la normativa non vieta il pagamento differito e graduale delle commissioni di sottoscrizione. Si tratta di una svolta attesa, poiché a oggi non si sapeva se questa pratica fosse ammessa o meno. E la stessa Assogestioni, l’associazione di categoria delle case di gestione, aveva auspicato la possibilità di applicare anche in Italia le commissioni differite.

L’articolo di Gianfranco Ursino, tuttavia, pone alcune criticità in seno all’applicazione delle commissioni differite. In primis, dal punto di vista della trasparenza, poiché le commissioni di entrata sono una provvigione di vendita e questa voce di costo potrebbe essere sottratta dalle spese correnti e quindi far figurare meno onerosi i fondi di diritto italiano su cui l’Esma ultimamente ha più volte puntato il dito.

Giuseppe Romano di Nafop, si legge sull’articolo, sostiene che l’applicazione del meccanismo della commissione differita potrebbe portare ad aumentare i costi dell’investitore finale. Ferruccio Riva, il vicepresidente di Anasf, sottolinea l’importanza che venga rappresentato all’investitore l’importo effettivo dei costi che andrà a sostenere nel tempo e che il periodo di prelievo della commissione di ingresso differita non deve superare l’orizzonte temporale del fondo.

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