Fondi: SG lancerà comparti sulle criptovalute in Francia

Societe Generale di recente ha annunciato ufficialmente di aver iniziato ad offrire nuovi servizi dedicati alle società di gestione patrimoniale che vogliono creare fondi professionali innovativi basati su criptovalute, come riportato da Cryptonomist.ch.

Ultimamente la banca si è interessata molto alla tecnologia ed all’innovazione, tanto che è stata tra quelle che hanno partecipato al finanziamento del tentativo poi abortito di Elon Musk di acquistare Twitter. SG mise a disposizione ben 875 milioni di euro.

Anzi, il gruppo SG opera già da tempo sui mercati crypto grazie alla sua controllata SG-FORGE.

Si tratta comunque di un gruppo gigantesco, con addirittura 117.000 dipendenti in 66 Paesi differenti. Sebbene ormai sia una “banca universale” il suo core business è ancora soprattutto la Francia, dove ha un’enorme rete di vendita al dettaglio. Dispone però anche di un’ampia rete internazionale tramite IBFS (International Banking and Financial Services).

È molto attivo, però, anche nell’investment banking, quindi si occupa anche di finanza strutturata, oltre ad offrire anche servizi finanziari vari e di assicurazione.

Il gruppo è al 19° posto mondiale per asset management, con più di 1.500 miliardi di dollari di asset in gestione. 

In un tale quadro si capisce abbastanza bene perché non abbiano voluto rimanere fuori dal mercato degli asset digitali.

A fornire servizi a chi vuole creare e gestire fondi crypto ci penserà la controllata SG Securities Services (SGSS). Il gruppo fa sapere che sempre più investitori vogliono integrare le criptovalute nei loro portafogli, e le società di asset management si stanno adeguando di conseguenza. Pertanto stanno cercando di realizzare nuovi prodotti finanziari che consentano di investire in asset digitali.

Questo è un fenomeno già in atto in realtà da anni a livello globale, come dimostrano i numerosi ETF su Bitcoin e criptovalute già creati e scambiati da tempo. Tuttavia, in Europa i grossi colossi bancari non sono ancora entrati in massa sui mercati crypto, quindi la decisione di Société Générale appare da questo punto di vista assolutamente degna di nota.

Quindi, ha deciso di offrire ai gestori patrimoniali servizi che consentano loro di agire come custodi di fondi crypto, valutatori e gestori di responsabilità, tramite SGSS. L’obiettivo è quello di permettere alle società di gestione del risparmio di arricchire la propria offerta in modo semplice e conforme al quadro normativo europeo.

In Europa a dire il vero non sono in particolare i Paesi della UE quelli più avanti nello sviluppo di infrastrutture crypto. Infatti, sono soprattutto Svizzera e Gran Bretagna ad aver fatto i passi in avanti più significativi nel corso del tempo in questo mercato, sebbene anche i Paesi Baltici, come Estonia e Lituania, abbiano fatto. Da notare che questi ultimi appartengono alla UE ed hanno adottato l’Euro come moneta.

Forse solo la Germania è un po’ più avanti degli altri, tra i grandi paesi UE, mentre in Francia a dire il vero pare, invece, che vi sia ancora molto scetticismo. 

In passato dalla politica francese sono giunte alcune vere e proprie levate di scudi nei confronti delle criptovalute, mentre la banca centrale francese ha dato il via allo sviluppo dell’euro digitale.

Tuttavia, se la politica francese non sembra particolarmente aperta nei confronti del mondo crypto, lo potrebbe essere, invece, il sistema finanziario francese, ed in particolare quelle istituzioni più aperte verso la tecnologia e l’innovazione.

Société Générale, ad esempio, afferma che il nuovo servizio di SGSS è già stato adottato da Arquant Capital SAS, una società di gestione patrimoniale autorizzata dall’Autorità francese dei mercati finanziari (AMF) che sta aprendo una nuova gamma di fondi professionali specializzati di diritto francese, gestiti attivamente, ed investiti in criptovalute, con i primi due prodotti basati su Bitcoin, Ether e derivati.

Quindi il sistema finanziario francese ha già iniziato ad aprirsi al mondo crypto, nonostante lo scetticismo a livello politico.

Va detto che Société Générale è una società privata, all’interno della quale lo Stato francese ormai può contare solo su meno del 3% di capitale. Il 71% delle azioni è flottante in borsa, mentre il singolo principale azionista è il fondo dei dipendenti con quasi il 7%, seguito dall’americana BlackRock.

In altre parole il gruppo bancario privato ha deciso di andare in una direzione, ovvero verso ciò che chiedono clienti ed investitori, mentre il governo è ancora fermo su posizioni probabilmente anacronistiche e legate ai vecchi schemi di potere.

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