Fondi e protezione del clima: attenzione agli indici benchmark

Perché gli indici che seguono l’accordo sul clima di Parigi investono anche in settori con maggiori emissioni di CO2?

I portafogli basati su un benchmark orientato all’obiettivo di protezione del clima di Parigi 2050 di 1,5 gradi Celsius possono contenere, per esempio, titoli di compagnie aeree, cioè di un settore che attualmente non brilla per le sue basse emissioni di CO2. La motivazione? A differenza di altri benchmark etichettati come “sostenibili” o “legati all’ESG”, i cosiddetti benchmark allineati a Parigi si concentrano sul viaggio e sulla destinazione.

“Seguono l’intero mercato, compresi alcuni settori con emissioni di carbonio più elevate, per contribuire a trasformare l’economia nel lungo periodo”, spiega Olivier Souliac, esperto di ETF presso DWS. Ciò significa che anche i settori dei trasporti o delle costruzioni, ad esempio, fanno parte dei benchmark allineati a Parigi, responsabili di emissioni di CO2 relativamente elevate.

Ma perché investire in settori ad alta intensità di CO2? Semplicemente, il potenziale di risparmio è naturalmente maggiore rispetto ai settori già “verdi”. L’obiettivo è evitare il cherry-picking, ossia un portafoglio “verde” composto esclusivamente da aziende che svolgono attività a basso contenuto di carbonio.

Indice dinamico per sostenere la decarbonizzazione a lungo termine

I benchmark allineati a Parigi, d’altra parte, prevedono specifiche precise. In primo luogo, le società incluse nell’indice devono emettere in media una quantità di gas serra significativamente inferiore rispetto a un portafoglio di mercato tradizionale. In secondo luogo, le emissioni devono continuare a diminuire ogni anno per il portafoglio dell’indice, come stabilito da una direttiva UE. Ciò significa che le aziende che non riducono le proprie emissioni di CO2 hanno maggiori difficoltà a essere incluse nell’indice, e il loro accesso al mercato dei capitali è più difficile. Al contrario, i capitali stanno affluendo sempre più verso i pionieri del clima. In questo modo, gli investitori possono esercitare pressioni sulle aziende affinché facciano di più per la protezione del clima, pur rimanendo ampiamente diversificati nei loro investimenti. Ciò è particolarmente importante per i clienti istituzionali.

Per spiegare il funzionamento dei benchmark allineati a Parigi, è utile osservare gli indici classici etichettati come “sostenibili” o “SRI, socialmente responsabili”. In genere iniziano fornendo esclusioni rigide per molte attività considerate potenzialmente controverse. Tra queste figurano gli alcolici, le società energetiche tradizionali o i produttori di energia con un eccessivo contenuto di combustibili fossili nel loro mix energetico. I membri dell’indice vengono poi selezionati sulla base di criteri ESG, spesso scegliendo società che hanno già livelli significativamente inferiori di emissioni di gas serra. In parole povere, questo è anche l’approccio adottato dagli indici MSCI Low Carbon SRI Leaders su cui si basano gli indici Xtrackers ESG. Sebbene gli indici di questo tipo raggiungano uno dei loro obiettivi di sostenibilità, ossia emissioni significativamente più basse rispetto a un portafoglio di mercato, attualmente non vanno oltre questo obiettivo.

Gli investitori possono quindi optare per un portafoglio che combina rigorosi criteri ESG e minori emissioni di CO2, oppure per prodotti più inclusivi basati su benchmark allineati a Parigi. In un certo senso, l’obiettivo è il viaggio, ossia la trasformazione dell’economia verso una riduzione significativa delle emissioni nocive per il clima. Questo obiettivo deve essere raggiunto attraverso un indice dinamico che ha lo scopo di orientare gli investimenti nell’intera economia – e non solo in alcuni settori già a basse emissioni – in direzione degli obiettivi climatici. Nel dettaglio, le regole dei Benchmark allineati a Parigi sono definite come segue: all’inizio, l’intensità di carbonio di un portafoglio Benchmark allineato a Parigi deve essere pari a circa il 50% del valore di un portafoglio di mercato. In futuro, la sua intensità di carbonio dovrà diminuire di almeno il sette per cento all’anno. L’intensità di carbonio si riferisce alla quantità di CO2 equivalente generata dalla rispettiva azienda e dai suoi fornitori in relazione al valore di mercato dell’azienda.

I benchmark allineati a Parigi sono destinati a riflettere l’intero mercato. Ciò significa che a lungo termine aumenteranno i requisiti per le aziende di quasi tutti i settori per poter essere incluse in un indice. Le emissioni possono diminuire in modo sostenibile solo se, ad esempio, l’intensità di carbonio diminuisce anche nei settori dei trasporti, delle costruzioni, dei prodotti chimici e dell’ingegneria. Un dettaglio importante: nei benchmark allineati a Parigi sono escluse anche le aziende che superano determinati limiti di fatturato nell’estrazione o nella lavorazione di energia fossile. In questo caso, l’UE ha preso spunto dai risultati di un’analisi di scenario del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) sulla riduzione dei gas serra da fonti fossili.

Non solo sottovalutare i peccatori climatici, ma anche promuovere i pionieri

Un’altra importante differenza dei Benchmark allineati a Parigi rispetto agli altri indici: sono gli unici che derivano direttamente da un regolamento della Commissione europea. Chiunque investa in un ETF basato su un Benchmark allineato a Parigi può essere certo che si applicano le stesse regole rigorose. Ciò include il fatto che i benchmark allineati a Parigi sono progettati per essere investiti a lungo termine per contribuire a finanziare la transizione verso un futuro a più basse emissioni di carbonio. “Si tratta anche di sfruttare esplicitamente le opportunità che si presentano per le aziende che si adattano con successo alla tendenza alla decarbonizzazione”, afferma l’esperto di ETF Souliac.

Per questo motivo gli indici utilizzati da DWS nei suoi ETF Xtrackers Paris Aligned sono anche allineati alle raccomandazioni dell’Institutional Investors Group on Climate Change (IIGCC). Secondo queste ultime, le società che si sono poste obiettivi trasparenti e comprensibili di riduzione delle emissioni devono essere privilegiate nella ponderazione degli indici. Un fattore decisivo è la misura in cui vengono adottati gli obiettivi basati sulla scienza, definiti dall’omonima iniziativa.

In conclusione, i benchmark allineati a Parigi sono adatti agli investitori che si confrontano con un universo d’investimento ampiamente diversificato e che vogliono sostenere la decarbonizzazione del loro portafoglio e dell’economia con i loro investimenti a lungo termine.

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