Ania e Isvap affrontano il caso Lehman

E con il passare dei giorni sempre più società si affrettano a chiarire la propria posizione nei confronti della banca d’affari americana fallita dopo 158 anni di attività. In ambito assicurativo sarebbero circa 15 le compagnie coinvolte.

Mediolanum, ad esempio ha dichiarato che sono compromesse un ammontare di 210 milioni di index-linked che sono state vendute a circa 10.000-15.000 clienti. Unipol ha collocato circa 100 milioni utilizzando Lehman Brothers mentre Cattolica circa 25 milioni. Si stima che meno del 5% delle polizze index-linked “compromesse” abbia il rischio di insolvenza dell’emittente a carico della compagnia.

E le compagnie stanno correndo ai ripari. Al momento, Unipol ha già dichiarato la disponibilità a rimborsare i propri clienti coinvolti, mentre Mediolanum sta studiando delle compensazione a fovre dei propri clienti. Da Fondiaria-Sai, un’altra delle maggiori compagnie assicurative quotate maggiormente coinvolta, non giungono notizie.

Ma non bisogna dimenticare che oltre all’esposizione attraverso i prodotti index-linked, alcune compagnie hanno anche un’ esposizione diretta. Generali ha dichiarato, ad esempio, di avere circa 110 milioni, Cattolica 60 milioni e Fondiaria Sai 37 milioni. La preoccupazione maggiore resta comunque sul prodotto index. Uno dei prodotti assicurativi più venduti in Italia negli ultimi anni. Ad oggi infatti secondo quanto comunicato dall’Ania rappresenta circa il 25% della nuova produzione vita.

Vedremo ora cosa emergerà dal direttivo Ania di oggi, tavolo al quale è stato invitato anche il presidente di ISVAP, l’authority delle assicurazioni, Giancarlo Giannini. L’obiettivo è quello di discutere una posizione comune e condivisa delle assicurazioni italiane coinvolte nelle polizze index linked con sottostante obbligazioni Lehman Brothers.

Forse a volte poche regole chiare farebbero comodo: NMG ad esempio consiglia: “Se non capisci il prodotto, non comprarlo. Se il tuo cliente non lo capisce, non venderglielo”.

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