Fondi pensione: più iscritti meno raccolta

Nel corso dei mesi di aprile, maggio e giugno, i fondi pensione aperti hanno raccolto oltre 220 milioni di euro, registrando un calo del 18% rispetto ai 270 milioni del primo trimestre.

Tra le adesioni il 42,7%, pari a 162 milioni, provengono da contributi dei lavoratori dipendenti e il 16,9%, oltre 64 milioni, dai lavoratori autonomi.
La raccolta contribuisce alla crescita dell’attivo netto, che a fine giugno si colloca poco sotto la soglia dei 4,5 miliardi.

Mentre gli aderenti, al lordo delle duplicazioni, arrivano a superare abbondantemente le 822.600 unità. Stimando che il 4,3% dei sottoscrittori investe in più di un comparto, il numero degli iscritti al netto delle duplicazioni è pari a 788.000, evidenziando una crescita del 2% rispetto ai 772.000 del trimestre precedente.

E’ questa la fotografia scattata dall’ufficio analisi e statistiche di Assogestioni che evidenzia una moderata diminuzione della velocità di crescita del comparto dei fondi pensione aperti.

Nel periodo in esame, le preferenze dei sottoscrittori sono andate ai comparti bilanciati, che hanno raccolto 49,4 milioni, il 27,6% degli iscritti e un attivo netto superiore a 1,2 miliardi. Per i bilanciati obbligazionari la raccolta netta è stata pari a 43,7 milioni, l’attivo netto ha superato il miliardo di euro e gli iscritti sono il 22,5% del totale. Flussi pari a 41 milioni e attivo netto di 421 milioni per gli obbligazionari, che contano l’11% degli iscritti.

I comparti azionari, al terzo posto per numero di iscritti (19,9% del totale), hanno chiuso il secondo trimestre con una raccolta pari a 37,7 milioni e un attivo superiore a 1 miliardo. Per i bilanciati azionari la raccolta si è attestata a 22,3 milioni, gli iscritti sono il 10,4% e l’attivo netto è di 477 milioni. Mentre i monetari con 12,9 milioni di raccolta netta e i flessibili con 13,1 milioni sono nell’ordine i comparti con l’attivo netto meno consistente e il minor numero di iscritti.

Per quanto concerne la composizione del portafoglio, la rilevazione conferma il trend crescente degli investimenti in Titoli e Oicr obbligazionari, che nei portafogli arrivano a pesare per il 52,6%. In calo invece il ricorso a Titoli e Oicr azionari, che a fine giugno è pari al 38%.

Nel corso del secondo trimestre, al primo posto si sono piazzate le imprese di assicurazione con 117,1 milioni raccolti, seguite dalle SGR con 96,3 milioni e le banche con 8,9 milioni.

Segno meno, invece, per le SIM, che, con Intesa Previdenza SIM, perdono 2,4 milioni.

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