Da BNP nuovi certificati ok per chi vede scenari di mercato non negativi – REVIEW

BNP Paribas ha emesso sul SeDeX di Borsa Italiana una nuova serie di Certificate Athena su azioni delle maggiori società quotate italiane ((STMicroelectronics, Banco BPM, Enel, Eni, FCA, Generali, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Mediaset, UBI Banca, Unicredit).

Come funzionano

Gli Athena, con una durata 3 anni, sono certificati di investimento che offrono la possibilità di rimborso anticipato e pagamento di un premio con effetto memoria qualora il sottostante, alla data di valutazione intermedia, quoti a un livello pari o superiore al valore iniziale.

Se il Certificate non scade anticipatamente, a scadenza si possono verificare i seguenti tre scenari:

  • se il sottostante quota a un valore superiore al valore iniziale, il Certificate rimborsa il valore nominale più un premio (compreso tra il 27% e il 42%);
  • se il sottostante ha perso terreno rispetto al valore iniziale, ma quota a un valore superiore al livello barriera, il Certificate rimborsa il valore nominale;
  • se il sottostante ha perso terreno rispetto al valore iniziale, ma quota a un valore inferiore al livello barriera, il Certificate paga un importo commisurato alla performance negativa del sottostante.

A chi possono interessare

I certificate Athena su singole azioni sono uno strumento interessante per l’investitore che ricerca rendimenti azionari con possibilità di beneficiare comunque di un “paracadute”. Si possono dunque adattare alle aspettative di un investitore che si attenda un moderato rialzo del sottostante prescelto sull’orizzonte dei prossimi tre anni.

Protezione dal rischio

La barriera osservata a scadenza, posta al 60%, può essere considerata particolarmente profonda, perché offre protezione a ribassi fino al 40% del valore iniziale delle azioni sottostanti. Inoltre i premi beneficiano dell’effetto memoria: questo significa che il premio potenziale aumenta in proporzione multipla in occasione della scadenza finale.

Il trattamento fiscale

Dal punto di vista fiscale, le eventuali plusvalenze possono essere compensate con le perdite derivanti da altri investimenti (come ad esempio le minusvalenze su fondi ed ETF), perché sono classificate come redditi diversi.

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