Banca Carige, Mincione resta fuori dal Cda e il titolo cala in borsa

Banca Carige, il Cda non cambia

Niente da fare, per ora le porte del Cda di Banca Carige, istituto controllato da Vittorio Malacalza, azionista al 20,639%, restano sbarrate agli altri soci e in particolare a al finanziare Raffaele Mincione, che con Pop 12 (controllata dal fondo Capital Investment Trust) ha di recente rilevato una partecipazione del 5,428% ed aveva chiesto un proprio rappresentante nel board della banca ligure.

Porta in faccia a Mincione

Ieri il cda (composto da 15 membri di cui 10 in rappresentanza di Malacalza) ha approvato la versione definitiva del progetto di bilancio d’esercizio e del consolidato al 31 dicembre 2017 (chiuso con una perdita di 388,4 milioni di euro, rispetto ai 380,5 milioni di rosso indicati nei dati preconsuntivi a seguito dell’ulteriore rettifica di crediti deteriorati classificati a sofferenze) ha esaminato la richiesta, dichiarando tuttavia “l’insussistenza dei presupposti per poter accogliere al momento le istanze di rappresentatività del nuovo azionista nella attuale composizione consiliare”.

Il mercato è deluso, il titolo cala

La reazione del mercato stamane ai conti e al congelamento del Cda non è positiva: il titolo dopo i primi scambi perde infatti oltre un punto percentuale, calando a 0,85 centesimi di euro per azione (come dire che servono quasi 118 azioni Banca Carige per ottenere un controvalore di un euro), oltre il 60% al di sotto dei livelli di 12 mesi or sono.

Mincione proverà ad allearsi con Volpi?

Resta ora da vedere se Mincione riuscirà, magari facendo leva su Gabriele Volpi, che tramite Compania Financiera Lonestar è socio al 9%, a convocare un’assemblea straordinaria per promuovere il rinnovo del Cda prima della scadenza naturale (l’assemblea di bilancio del prossimo anno). In quel caso la fronda contraria alla gestione Malacalza potrebbe andare alla conta.

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