Asset allocation, azionario: la capacità di selezione è sempre più decisiva

La prima metà dell’anno si è conclusa con forti rialzi dei mercati azionari, tanto significativi da lasciare interdetti anche molti osservatori. In Europa, l’EurostoXX 600 ha registrato circa un +8% da inizio anno e il Ftse Mib il +20% circa, insieme al giapponese indice Nikkei 225 che si è avvicinato al +30%. Gli indici americani non sono stati da meno, con l’S&P 500 al +24% ed il Nasdaq 100 addirittura al +40%.

Queste performance sono associate a una diminuzione del cosiddetto rischio di coda, cioè il rischio che si registrino movimenti estremi rispetto alle normali dinamiche di volatilità a causa di eventi gravi ed imprevisti. In particolare, i timori legati al tetto del debito americano ed al rischio sistemico per le banche regionali sono ormai superati, spingendo l’indice VIX a livelli bassissimi, gli stessi che si osservavano con i mercati ai massimi storici.

Oltre all’indice VIX, misura del prezzo – in termini di volatilità implicita – delle opzioni, anche gli indicatori sulla propensione al rischio e sul sentiment sono finalmente tornati in positivo, dopo letture fortemente negative nella prima parte dell’anno.

In questo scenario, ecco di seguito la view di Antonio De Negri, ad di Smart Bank.

Allo stesso tempo, gli analisti portano all’attenzione quanto i rialzi dell’anno siano stati concentrati su pochi titoli, con addirittura l’85% della performance dell’S&P 500 dovuto all’andamento di soli 15 titoli. A livello mediano, come mostrato dagli indici equipesati, le performance sono state pressoché piatte sull’ultimo anno. Ciò è in larga parte dovuto ad aspettative di crescita importanti nel lungo periodo, con un focus nelle società esposte all’intelligenza artificiale.

Le valutazioni restano elevate rispetto alle medie storiche, cozzando con le stime sui profitti futuri e la crescita complessiva. Per questo motivo l’azionario diventa sempre meno appetibile.

Gli analisti non si aspettano nel prossimo futuro scenari particolarmente ribassisti, coerentemente con la riduzione della probabilità di recessione e il buon assorbimento degli shock recenti. Tuttavia, osservando lo storico dell’ultima decina di situazioni nei quali i rialzi sono stati fortemente concentrati in pochi nomi, il mercato ha quasi sempre avuto un andamento laterale nei successivi 12 mesi. L’indice VIX, ad esempio, spesso interpretato solo come “indice della paura”, tiene conto della volatilità negativa, ma anche positiva. Esso rappresenta il movimento percentuale che il mercato si aspetta per l’S&P 500 nei prossimi 12 mesi, a prescindere dalla direzione, di conseguenza un VIX su minimi triennali invia un messaggio chiaro.

Il famoso adagio per mercati rialzisti – “quando la marea sale solleva tutte le barche” – sembra non essere valido in questo contesto. Con prospettive laterali, la ricerca di settori e titoli di qualità sarà sempre più importante per gli investitori.

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