Asset allocation: la view di Oddo BHF AM

L’estate europea si è fatta notare per le condizioni meteo estreme, ma i mercati dei capitali sono riusciti a evitare turbolenze significative. In netto contrasto rispetto allo scorso anno, quando gli investitori non sembravano farne una giusta, gli utili quest’anno si sono materializzati più facilmente, ma con grandi differenze. I titoli di Stato privi di rischio sono rimasti invariati, con rendimenti sotto l’1%. Le obbligazioni corporate, sia investment grade sia high yield, hanno reso leggermente meglio, tra il 2 e il 6 per cento.

Questi risultati sono stati eclissati dall’eccezionale performance delle azioni Usa del comparto tecnologico, anche se il picco è stato trainato da una manciata di titoli, i cosiddetti “Magnifici Sette”, che da soli hanno rappresentato la maggior parte dei guadagni messi a segno dall’S&P 500. Più recentemente, le trimestrali di Nvidia, superando le aspettative di gran parte degli analisti, hanno esteso il boom tecnologico, che stava perdendo slancio. Per molti investitori in Europa queste apparivano come notizie provenienti da un altro pianeta, come dimostrano i flussi in entrata nei fondi – con una crescita economica sempre apatica, essi hanno approfittato degli elevati tassi d’interesse per spostare denaro dai conti overnight a fondi del mercato monetario o obbligazioni a breve termine. Ora, però, devono provare a capire se i mercati saranno in grado di mantenere i loro livelli o se stanno per iniziare un periodo di discesa.

In questo scenario, ecco di seguito la view di Jan Viebig, Global Co-Chief Investment Officer, e Laurent Denize, Global Co-Chief Investment Officer di ODDO BHF AM.

Programma invariato: tassi d’interesse, IA, economia

Dopo le vacanze, gli investitori si sono trovati a dover risolvere gli stessi quesiti dell’inizio dell’estate: l’evoluzione dell’inflazione e la politica monetaria, le ripercussioni dell’intelligenza artificiale e la debolezza dell’economia, in particolare in Europa e in Cina. Allora, che fare? Con tassi d’interesse reali a lungo termine ai massimi e una crescita nominale in frenata, intravediamo la fine del ciclo di rialzi, che dovrebbe giocare a favore dei titoli di stato di alta qualità, che tendono a sovraperformare prima della fine dei cicli di rialzo dei tassi. Esiste quindi un potenziale di ripresa dei prezzi, man mano che i rendimenti iniziano a scendere. Gli spread sugli high-yield si sono già contratti, ma sono ancora lontani dai minimi storici visti nel 2007. Con le previsioni di Moody’s di un tasso d’insolvenza del 4,3% nei prossimi dodici mesi e rating medi più elevati nel mercato dell’high yield, i rendimenti aggiustati per il rischio restano allettanti, in particolare sulle emissioni a breve scadenza. Le valutazioni azionarie, invece, offrono scarso potenziale di rialzo nel medio-breve termine. Con i margini di utile aziendale in calo e rischi di ribasso dell’economia in Europa e negli Usa, occorre essere selettivi negli investimenti azionari. Malgrado potenziali contrattempi di breve termine, l’IA resta un tema principale per il lungo termine, dato che la penetrazione di applicazioni per migliorare la produttività nel mondo aziendale è ancora in una fase iniziale.

Anche il settore del lusso offre opportunità per chi investe in titoli di qualità, se consideriamo il potere di determinazione dei prezzi dei grandi marchi e le forti barriere all’ingresso, che lo rendono un tema, più che un settore.

Private Asset: opportunità in un contesto complesso

Ci soffermiamo sul mercato dei private asset, in cui la rapida ascesa dei tassi d’interesse è percepita con uno scarto temporale, dato che alcune valutazioni devono ancora riallinearsi con la realtà. Con quattro trimestri di calo nel volume delle transazioni, i fondi fanno sempre più fatica ad investire il capitale che hanno raccolto. Quando avvengono, le transazioni spesso riguardano società di qualità in grado di imporre prezzi più elevati, in momenti favorevoli e in momenti meno propizi. Agli investitori conviene fare attenzione ai differenziali di rendimento tra singoli gestori, poiché è proprio in periodi di recessione che è possibile ottenere sovraperformance. I differenziali di rendimento tra strategie si ridurranno nei prossimi anni e i rendimenti saranno inferiori, ma non per il debito privato, che approfitterà di tassi d’interesse più elevati. Dato che molti investitori desiderano aumentare la propria liquidità, il mercato secondario offre al momento opportunità interessanti oltre al debito privato. In linea di massima, si consiglia agli investitori di continuare ad investire in modo ampiamente diversificato, su diversi gestori e strategie.

Le raccomandazioni 

Guardando ai prossimi mesi, tendiamo a preferire le obbligazioni alle azioni e vediamo opportunità nelle seguenti idee d’investimento:

  • le obbligazioni high-yield a breve scadenza sono le nostre preferite – un carry allettante può ripagare per il fatto che sarà difficile che gli spread si contraggano ulteriormente nel breve termine.
  • obbligazioni investment-grade – rendimenti maggiori con ancora un profilo rischio-rendimento interessante e un rischio relativamente contenuto.
  • azioni europee difensive – considerando la continua debolezza dell’economia europea, consigliamo una rotazione verso settori difensivi come la salute, evitando settori estremamente ciclici.
  • società giapponesi che approfittano della debolezza dello yen quest’anno, a causa di tassi d’interesse bassi rispetto alle altre economie. Ciò si potrebbe tradurre in un impeto economico che renderebbe il paese nuovamente interessante agli occhi degli investitori finanziari.
  • anche se la Cina dovrà per prima cosa superare la sua debolezza economica, causata in parte dalla crisi immobiliare, le azioni di altri mercati emergenti si scambiano già a sconti apprezzabili.

Per poter raccomandare di prendere più rischi bisogna che l’inflazione raggiunga il picco e che si cominci a intravedere la fine dell’inasprimento delle politiche monetarie. D’altra parte, però, vi sono pochi segnali che l’inflazione stia iniziando a consolidarsi, malgrado gli aumenti salariali. Un altro catalizzatore saranno gli indicatori economici chiave e le revisioni degli utili, che toccheranno il fondo. In questo senso, i mercati emergenti e gli Usa sono più avanti rispetto a Europa e Cina. A prescindere dal fatto che si materializzi l’auspicato “soft landing” o che l’atterraggio sia più duro, chi investe in qualità sarà in grado di cavalcare meglio le fasi più turbolente.

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