Asset allocation: la forza delle azioni giapponesi

Per le azioni giapponesi, il 2023 si è chiuso in bellezza. La riapertura del Paese dopo la pandemia, l’orientamento accomodante della politica monetaria, gli elevati premi per il rischio azionario e il miglioramento delle riforme in materia di corporate governance hanno rappresentato importanti fattori di stimolo per i titoli azionari giapponesi.

Negli ultimi 12 mesi, il Giappone ha potuto sfruttare gli afflussi degli investitori globali desiderosi di diversificare i loro investimenti in Asia, mentre le tensioni geopolitiche e il rallentamento della crescita hanno provocato il passaggio dalla Cina al Giappone. I catalizzatori che alimentano il rally del mercato azionario del Paese sono molteplici:

  1. aumento degli investimenti in capitali e crescita dei salari;
  2. revisione del NISA (Nippon Individual Savings Account);
  3. iniziative di riforma aziendale in corso in Giappone.

Prospettive degli investimenti in capitali sostenute dai produttori

La fine della deflazione rappresenta un catalizzatore unico per il Paese. L’indagine Tankan, condotta dalla Banca del Giappone (BOJ) a dicembre, indica che i produttori continueranno a incrementare gli investimenti in capitali nell’esercizio in corso, per prepararsi al prossimo ciclo di crescita. Secondo le previsioni, tale aumento si attesterà al 14,6%. La maggiore liquidità delle aziende giapponesi e la carenza di manodopera rappresentano incentivi importanti per investire nell’automazione nel lungo periodo. Il Giappone si trova a un bivio demografico. Secondo l’indice di diffusione delle condizioni di impiego (DI), il Paese starebbe affrontando una carenza di manodopera mai vista negli ultimi 30 anni. Per compensare, le aziende dovranno effettuare investimenti per migliorare la produttività.

I dati demografici guidano l’inflazione salariale

Allo stesso tempo, la minore disponibilità di manodopera, dovuta all’invecchiamento della popolazione, dovrebbe ripristinare la crescita dei salari. Nel 2023, le relative trattative di primavera hanno portato a un aumento dei salari del 3,6% (il livello più alto degli ultimi 30 anni) e un ulteriore incremento potrebbe verificarsi nel 2024. La domanda continua a crescere nei settori della sanità e della previdenza sociale, trainata dalla maggiore domanda interna. Il forte aumento dei salari rimane essenziale per la sostenibilità dell’inflazione, che potrebbe influenzare le scelte di asset allocation degli investitori. Se i titoli azionari giapponesi continueranno a beneficiare dell’inflazione, riteniamo naturale che i fondi confluiranno sempre più verso gli stessi.

L’impulso del Giappone, dal risparmio all’investimento

Con il governo del primo ministro Kishida, il Giappone si sta trasformando in una nazione guidata dalla gestione patrimoniale. Nel tentativo di sbloccare gli asset finanziari delle famiglie immobilizzati in depositi in contanti, per un valore di quasi 14.000 miliardi di dollari, i leader giapponesi stanno avviando riforme analoghe all’introduzione del 401(k) negli Stati Uniti negli anni Settanta. A questo scopo è stato introdotto un nuovo programma NISA (Nippon Individual Savings Account) che offre vantaggi fiscali e portabilità. A partire dal 2024, il NISA permetterà di investire importi massimi più elevati e, per gli investitori, i benefici fiscali del sistema saranno permanenti.

L’ondata di riforme del Giappone

Le iniziative di riforma societaria in corso in Giappone, tra cui l’annuncio della Borsa di Tokyo (TSE) di marzo 2023 denominato “Price to Book (PBR) Guideline” , hanno avuto un forte impatto sulle aziende. Questo è emerso chiaramente dall’immediato aumento dei payout ratio in seguito agli annunci. Entro la fine di gennaio, la TSE prevede di fornire un elenco delle società che hanno reso note le proprie misure di efficienza del capitale o che le stanno valutando. È molto probabile che le società che “le stanno valutando” possano sorprendere al rialzo e riuscire ad annunciare i relativi rendimenti sul capitale nella prossima stagione dei risultati.

Il Giappone continua a offrire solidi risultati in termini di utili

La ripresa dell’economia giapponese è proseguita e ci aspettiamo che riesca a resistere al modesto rallentamento della crescita globale. Nel 2024, i titoli azionari del Paese potrebbero raggiungere i massimi registrati negli ultimi 34 anni, sostenuti dagli utili del secondo trimestre dell’anno fiscale che si concluderà il 31 marzo 2024. Il reddito netto delle azioni giapponesi ha superato il consenso del 6,2%, ottenendo i risultati migliori nei settori orientati al mercato interno, tra cui i servizi pubblici e i prodotti alimentari e per la casa. Le riforme aziendali hanno avuto un impatto significativo sui settori della chimica e dei ricambi per auto. L’ampiezza delle revisioni degli utili in Giappone rimane in territorio positivo, in contrasto con l’andamento degli utili in Cina e in Europa. Le revisioni degli utili positive e la tendenza strutturale all’aumento del ROE favoriscono la sovraperformance del Giappone rispetto al resto del mondo.

A cura di Aneeka Gupta, Director Macroeconomic Research di WisdomTree  

 

La politica monetaria resterà probabilmente in stand-by fino al 2° trimestre

Una preoccupazione importante per il 2024 rimane il percorso della politica monetaria della BOJ, il suo impatto sullo yen e le ripercussioni sulle azioni giapponesi. Il governatore Ueda ha dichiarato al primo ministro Kishida che la Banca monitorerà la forza della domanda interna, valutando se l’aumento delle retribuzioni spingerà al rialzo i prezzi dei servizi ed esaminando le prospettive salariali per il 2024. I recenti dati sull’inflazione continuano a rallentare, in quanto i costi delle importazioni precedentemente elevati si ripercuotono sul sistema in presenza di una domanda interna debole. Prevediamo che la BOJ abbandonerà i tassi di interesse negativi nel 2° trimestre, tenendo conto delle trattative sui salari di primavera. Lo yen potrebbe apprezzarsi nella seconda metà del 2024, grazie alla riduzione degli spread tra i tassi d’interesse statunitensi e quelli giapponesi. Uno yen più forte potrebbe rinnovare i timori di un possibile effetto negativo sugli utili societari giapponesi. Tuttavia, la forza della moneta non dovrebbe ostacolare più di tanto i titoli azionari del Paese, in quanto il mercato confida in una maggiore vitalità dell’economia, con l’aumento dei salari e il miglioramento degli investimenti in capitali.

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