Con la app Taskhunters trovi uno studente che lavora per te…

Vorresti andare a fare la spesa ma il tuo capo ti trattiene in ufficio fino a notte fonda? Vorresti ritirare la camicia in lavanderia ma la pausa pranzo è troppo corta? Il sito www.smartweek.it ha individuato una soluzione: si chiama Taskhunters, un’app che permette di delegare la tua to do list a degli studenti volenterosi e con tanto tempo a disposizione.

Smartweek ha intervistato Lorenzo Teodori, founder insieme a Francesco Piovesan di Taskhunters, per scoprire gli aspetti e le caratteristiche della startup che sta conquistando le università e i lavoratori di Milano.

Sul vostro sito la prima cosa che salta all’occhio è il payoff “Affida le tue faccende a studenti di fiducia e svolgi i piccoli lavori degli altri”. Ma come funziona effettivamente Taskhunters?

“Il meccanismo di Taskhunters è molto semplice. Ci sono due parti che intervengono nella relazione: da una parte ci sono i richiedenti del servizio, persone che hanno poco tempo o che non possono svolgere determinate faccende perchè hanno scarse conoscenze o poche capacità motorie, dall’altra parte ci sono invece gli studenti universitari, con molto tempo a disposizione e poche risorse monetarie. Il sistema di Taskhunters si attiva quando una persona ha bisogno di delegare una qualche attività a uno studente: si entra all’interno della piattaforma e si seleziona una delle dieci categorie offerte, dal dog sitting allo shopping, dal trasloco all’assistenza del pc. Una volta selezionata la categoria, si va a descrivere l’esigenza, a definire il luogo, l’orario e il prezzo che si è disposti a pagare. Il task viene pubblicato all’interno della piattaforma e sponsorizzato in automatico: gli studenti vengono avvertiti, tramite notifica, del nuovo task e possono così fare application. ‘Fare application’ significa presentare al richiedente una contro offerta: il prezzo non è quindi già stabilito ma viene trattato dalle due parti. Una volta che il richiedente accetta la proposta dello studente, il primo paga il secondo attraverso la piattaforma ed il secondo svolge la mansione richiesta dal primo”.

Com’è nata l’idea di Taskhunters?

“Taskhunters nasce per motivi pratici e personali del team. Siamo stati studenti e, come tutti, non avevamo soldi per autofinanziarci vacanze o per comprare libri universitari. Prima di avviare la nostra piattaforma siamo stati anche lavoratori, specialmente nel settore del tech dove tempo per svolgere normali faccende domestiche se ne ha poco. Abbiamo deciso di fondare Taskhunters proprio per risolvere i problemi di entrambe le parti, problemi che abbiamo vissuto in primis sulla nostra pelle”.


Da un’idea al concreto: cosa e chi ha reso possibile la realizzazione di Taskhunters?

“L’attività è stata ufficialmente avviata nel maggio del 2016. A giugno 2016 siamo stati incubati da SpeedMiUp, incubatore di Bocconi, Comune di Milano e Camera di Commercio. Poi siamo entrati nel programma FbStart, programma in cui Facebook ti offre servizi di tutoring con loro esperti. In seguito siamo entrati nell’accelleratore di Digital Magics: da qui il primo finanziamento che, unito ai nostri fondi personali, ha portato alla creazione di quello che oggi è TaskHunters”.

Perchè scegliere Taskhunters piuttosto che piattaforme di lavoro come Subito.it o Kijiji che offrono servizi simili?

“In Italia, Taskhunters è l’unica possibilità che gli studenti hanno per svolgere un lavoro che sia flessibile, oltre che per autofinanziarsi. Inoltre, il lavoro svolto dagli universitari non è in nero, ma regolarizzato da un contratto di collaborazione tra privati, cosa che poche piattaforme oggi fanno. Aspetto che invece giova ai richiedenti del servizio, Taskhunters offre un ventaglio ampio di mansioni, così da poter delegare l’intera to do list della settimana ad altri. Quindi, invece di ordinare del cibo da Deliveroo o andare su Subito per prenotare un grafico, con Taskhunters puoi soddisfare i tuoi bisogni direttamente da un’unica app”.

Quali i risultati ottenuti finora di cui andate fieri?

“Andiamo molto fieri della velocità con cui la comunità di Taskhunters è cresciuta in così pochi mesi. Oggi sono 8000 le persone iscritte al servizio. Per secondo, vantiamo studenti provenienti da tutte le università di Milano, abbiamo numeri di utenze più o meno omogenei provenienti da tutte le sedi”.

Quali i prossimi sviluppi e obiettivi futuri?

“Vogliamo portare Taskhunters in altre città, quindi passare da Milano a Roma, Bologna, Torino e Padova. Ma anche far conoscere la nostra piattaforma alle aziende. Per adesso, Taskhunters è attiva solo per privati ma una forza lavoro tanto flessibile quanto quella offerta dagli studenti potrebbe essere utile per quelle aziende che hanno bisogno di personale quando, ad esempio, hanno dei picchi di produzione”.

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