L’aumento di 70 milioni per Il Sole 24 ore? Modesto e gracile

I 70 milioni di aumento di capitale? Insufficienti. I rischi? Ritrovarsi a breve in una situazione simile a quella attuale. Il Comitato di redazione de Il Sole 24 ore è entrato a  gamba tesa sulle decisioni del Cda che ha annunciato un aumento di 70 milioni per ricapitalizzare e rilanciare l’azienda. Ma il Cdr ha qualcosa da dire. Anzi, molto da dire.

Secondo il Cda dell’azienda “l rafforzamento patrimoniale sarà dell’entità di 70 milioni, un importo considerato”, afferma il cdr del quotidiano, “necessario e sufficiente a ripristinare l’equilibrio finanziario e patrimoniale della società. Noi invece temiamo che si tratti di un intervento modesto e gracile, ancora ignoto oltretutto nelle modalità, che nell’immediato è già inadeguato e potrebbe rivelarsi tra pochi mesi insufficiente”, scrivono ancora. “Il volume delle perdite, al netto degli oneri ricorrenti, è infatti di 44 milioni e rotti. Più o meno la metà del rosso del 2016. E nulla in questi anni è stato più ordinario nei bilanci del Sole 24 Ore delle perdite dovute a oneri straordinari. Quasi ogni anno è stato comunicato che sul bilancio incidevano perdite straordinarie che non si sarebbero più presentate negli anni successivi. Un esempio per tutti? I 37 milioni dell’esercizio 2013″.

“Di fronte a una crisi profonda, che affligge tutto il mondo dell’editoria, e che ha costretto anche altri editori a mettere mano al portafoglio per ripatrimonializzare le aziende, la risposta dell’azionista è quella di volere sottoscrivere “pro quota” la ricapitalizzazione. Per un valore, si dice, che si aggirerebbe sui 30 milioni. Meno della metà anche solo dei dividendi incassati da Confindustria nei 7 anni precedenti la crisi: 66 milioni”.

“Ancora non conosciamo un piano industriale che appare tutto centrato sul taglio dei costi” conclude il comunicato dei giornalisti de Il Sole 24 Ore, “e che lo stesso comunicato aziendale affronta con grande circospezione lasciando capire che anche solo la stima di ricavi piatti potrebbe rilevarsi ottimistica. E rendere necessari interventi ancora più radicali sui costi”.

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