Eurozona solo all’inizio di un ciclo rialzista

A cura di Valentijn van Nieuwenhuijzen, Head of Strategy and Multi-Asset di NN Investment Partners
Con l’economia europea che sta attraversando la sua fase di maggiore ripresa dal 2010 e con gli utili che dovrebbero salire a un ritmo a doppia cifra nel 2017, il futuro dell’azionario europeo sembra roseo. L’Europa è attualmente la nostra area privilegiata all’interno dei mercati finanziari in un’ottica di asset allocation.
A livello globale, oltre a una ripresa sincronizzata, osserviamo che anche l’inflazione e la normalizzazione di politica monetaria stanno avanzando in maniera graduale. Il settore corporate poi risulta più sano e sono in aumento le prospettive di un incremento delle spese per capitale. Ciò potrebbe quindi iniziare a offrire un contributo significativo in termini di crescita globale. La crescita degli utili è pronta ad accelerare e il consensus per il 2017 è di un aumento di oltre il 20% nell’Eurozona.
Sebbene gli indicatori di mercato mostrino pochi segnali di esuberanza da parte degli investitori e il sentiment e i dati sul posizionamento non suggeriscano un appetito per il rischio eccessivo, l’azionario sta mostrando diversi segnali di iper-comprato e i livelli di volatilità bassi sul mercato indicano una non curanza di breve termine su questo aspetto.
Il rally dell’azionario verso massimi pluriennali – o addirittura su livelli record, nel caso degli Stati Uniti – solleva dubbi relativamente alla potenziale condizione di sopravvalutazione del mercato. La risposta a questi dubbi dipende dal periodo preso in considerazione, dalle valutazioni delle asset class in concorrenza e dalla fase del ciclo economico. Basandoci su misure assolute come il rapporto price/earning (P/E) corretto per il ciclo e il trailing P/E e su misurazioni relative come il premio di rischio, pensiamo che le valutazioni siano sì alte, ma non sotto pressione, e non dovrebbero essere usate come argomento a giustificazione del pessimismo.
Inoltre, le valutazioni non sono uno strumento con un buon timing e giocano un ruolo limitato nelle nostre decisioni tattiche di asset allocation. A partire da marzo del 2009, il trailing P/E è salito da 9 a 19, il livello più altro dal 2004, del 13% superiore alla media degli ultimi 35 anni. Tuttavia, ci sono stati lunghi periodi in cui il P/E era più alto e siamo ancora all’interno di un range normale. Ovviamente, le differenze regionali sono importanti, e gli USA sono probabilmente entrati in una zona di pericolo, avendo superato una deviazione standard positiva. Si dovrebbe guardare all’inizio della bolla di internet per trovare P/E maggiori negli USA, ma anche allora il mercato statunitense crebbe di un altro 40%.
Un altro elemento da considerare è il punto del ciclo degli utili. Con tutto che gli Stati Uniti sono più avanti rispetto all’Eurozona, le società statunitensi potrebbero registrare una crescita degli utili a doppia cifra nel 2017 e, qualora Trump dovesse riuscisse a ridurre le tasse, potrebbero fare lo stesso il prossimo anno. L’Eurozona è solo all’inizio di un ciclo rialzista e, se la crescita mantiene il passo, riuscirà a sua volta a realizzare una crescita a doppia cifra nei prossimi due anni.

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