2010: i mercati dell’Eurozona sono deboli

Verso la fine del 2009 i mercati azionari di tutto il mondo hanno attraversato una fase prevalentemente laterale.
Negli ultimi due trimestri i dati congiunturali hanno registrato una tangibile ripresa dell’attività economica, evidenziando recentemente un trend in crescita.
Tuttavia, ci si continua a chiedere quanto la ripresa si potrà sostenere dopo che gli effetti dei pacchetti governativi di stimolo dell’attività economica andranno scemando. Di conseguenza la volatilità sui mercati è alquanto alta e a questo si aggiunge la scarsa liquidità di fine anno.
Non ci sono ancora segni di un trasferimento della ripresa economica sul mercato del lavoro; tuttavia, già per l’inizio del 2010 sono stati creati al netto nuovi posti di lavoro, cosa che non succedeva più da molto tempo. Il tasso di disoccupazione è infatti lievemente calato rispetto al mese precedente, ma non scende comunque sotto il 10%.
In sostanza, la ripresa sarà lenta e di basso tono. Questo l’outlook realizzato da Raiffeisen Capital Management per il 2010.

Nel corso di quest’anno appena cominciato i tassi d’interesse rimarranno molto bassi per un lungo periodo di tempo. A causa dell’alto tasso di disoccupazione e del basso livello di utilizzo della capacità produttiva, non c’è da attendersi una pressione inflazionistica per l’immediato futuro nelle economie sviluppate. Conseguentemente, i livelli dei tassi d’interesse nelle economie industrializzate rimarranno agli attuali bassi livelli, almeno nella parte corta della curva delle scadenze. A causa del fatto che la crescita economica sembra destinata a rimanere al di sotto del proprio potenziale per molti anni e che l’inflazione dovrebbe rimanere bassa per i prossimi trimestri.
Rispetto ai titoli di stato in Euro, gli spread delle obbligazioni denominate in euro dei paesi dell’Europa orientale (obbligazioni societarie e titoli di stato) sono lievemente diminuiti nell’andamento mensile. Le economie dell’europa centro-orientale rimangono sotto pressione, principalmente a causa dei loro stretti legami con le economie dell’UE. La ripresa nella produzione industriale dei paesi della “vecchia” UE dovrebbe avere un impatto positivo per le economie dell’Europa centro-orientale nei mesi a venire e portare ad un incremento nelle esportazioni.

Un fattore altrettanto importante per la ripresa economica dei Paesi membri della Comunità Europea è la domanda interna, che però è in declino in molti paesi della regione (con l’esclusione della Polonia). In ogni caso, il processo di ritorno ai livelli pre-crisi sarà lungo. A dicembre i mercati azionari dell’Europa orientale hanno mostrato una tendenza disomogenea, con quotazioni in rialzo in Russia e Turchia, mentre i mercati CEE si sono caratterizzati per una
maggiore debolezza. Gli incrementi maggiori sono stati registrati dai titoli finanziari turchi, dopo che l’agenzia di rating Fitch ha aumentato in un sol colpo di due livelli la valutazione della solvibilità per la Turchia. Altrettanto forti si sono dimostrati i valori finanziari russi, favoriti dall’aspettativa di minori accantonamenti per rischi su crediti

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