Re degli hedge e dell’oro

Dopo la “cena di gala” dove ha deciso di “shortare” l’euro fino alla parità con il dollaro, George Soros ci riprova. Questa volta le sue parole toccano non una valuta, ma i milioni di investitori che in tutto il mondo hanno deciso di investire parte del loro patrimonio sull’oro. Ma iniziamo con ordine. Lo scorso gennaio, durante il World Economic Forum a Davos, Soros aveva espresso la propria opinione sul lingotto d’oro, dicendo che i valori raggiunti dal metallo prezioso lasciavano intravedere una bolla speculativa ormai evidente. Sfortunatamente mentre il ‘vecchio volponÈ della finanza gentilmente ammoniva gli ignari investitori della bolla in corso sul metallo prezioso, la sua società di fondi hedge, la Soros Fund Management LLC, continuava a investire pesantemente sui lingotti preziosi, raddoppiando la propria posizione proprio negli ultimi mesi.
Atteggiamento bizzarro per uno che qualche mese addietro spiegava giustamente che “quando i tassi di interesse sono molto bassi, ci sono tutte le condizioni perché le bolle si sviluppino, e in questo momento si stanno stanno sviluppando. L’ultima è proprio quella dell’oro”. Su queste convinzioni il fondo di Soros ha deciso così di portare la propria esposizione verso l’oro a 663 milioni di dollari, diventando così il quarto azionista di riferimento del GLD: ticker di Borsa per definire lo SPDR Gold Shares ETF. È il più importante etf al mondo per ricalcare il movimento del metallo prezioso, e Soros, attraverso la sua società, ha comprato in più tempi ben 6,2 milioni di azioni, incrementando la propria esposizione del 152% rispetto lo scorso dicembre 2009. Se quindi le parole di Soros possono essere interpretate in maniera dubbia, il suo investimento è un fatto reale, certificato dai documenti della SEC che puntualmente riporta sul proprio sito l’asset allocation dei grandi gestori.
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