Cosa c’è dietro il crollo di Wall Street

Partiamo dai fatti.  Tra le 14.40 e le 15.00 Wall Street è arrivata a perdere 700 punti, quasi il 9%, crollando 100 punti sotto i 10.000, per poi risalire con altrettanta destrezza fino al -3.23%. Un episodio di portata storica, specie se si pensa che dietro a ciò non vi è stato alcun reale segnale di vendita.

Le agenzie danno come certa l’ipotesi dell’errore umano. Un prodotto chiamato e-mini tratto al Chicago Board of Trade che consente di giocare su titoli azionari. L’ordine di vendita da 16 milioni di dollari che doveva riguardare un pacchetto che includeva Procter and Gamble (ma anche 3M) è stato iscritto per 16 miliardi di dollari; un operatore avrebbe digitato nell’ordine di vendita una ‘b’ di billion (miliardo) al posto di una ‘m’ di million. Ipotesi suffragata da alcune fonti secondo le quali , CityGroup avrebbe aperto un’inchiesta interna sull’accaduto, cosa che fa pensare che sia un operatore di quel gruppo a causare il costosissimo errore.

Intanto il Nasdaq ha avviato una sua inchiesta interna per stabilire eventuali errori negli scambi nel sopraccitato intervallo, ma i dubbi rimangono. Come un broker del posto ha suggerito: “Il mercato non ha mai perso mille punti per un solo motivo che lo giustificasse”. Siamo sicuri che, all’interno di un periodo molto volatile e incerto, qualcuno non si sia fatto travolgere dalla volontà di assicurarsi un guadagno certo e pagliativo? Siamo sicuri che, se così fosse, la cosa verrebbe a galla (sono stati diversi gli speculatori nel 2008, ma nessuno li ha mai beccati con le mani nel barattolo di miele)? Domande che lasciano l’amaro in bocca, ma si sa, a pensar male la maggior parte delle volte ci si avvicina al vero senso della realtà.

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