Banche, ecco gli isitituti a rischio

Seconda giornata di forti rialzi per i titoli bancari, all’indomani della comunicazione del Cebs, lo European Banking Supervisors, sugli stress test. Il passo in avanti compiuto dalle autorità europee, per quanto considerato “leggero” da alcuni, piace agli operatori, che hanno premiato il settore.

Così, sul finire di giornata Barclays guida i rialzi con un +4,36%. Bene Rbs (+2,02%) e Hsbc (+1,97%). In Francia Bnp mette a segno un rialzo del 2,12%, in Spagna il Santander sale del 2,05%. In Italia Intesa Sanpaolo registra un progresso dell’1,49%, Unicredit dell’1,3%, Mps dell’1,6%.

A sostenere le azioni delle banche è anche un report di Credit Suisse, che ha alzato il peso del settore europeo da underweight a market weight. Per gli analisti dell’istituto elvetico, gli stress test dovrebbero dimostrare che le strutture politiche, legali e amministrative sono in grado di fornire un’efficace “ultima spiaggia” al sistema bancario della zona euro. La banca stima in 900 miliardi di euro la capacità potenziale complessiva di salvataggio da parte del settore pubblico.

Ciononostante, Credit Suisse ritiene che, in presenza di una contrazione dell’economia e di una contestuale perdita sulle obbligazioni governative, il “Monte dei Paschi avrebbe bisogno di un’iniezione di capitale di 592 milioni di euro” mentre “Deutsche Postbank sarebbe costretta a raccogliere 1,36 miliardi di euro”. National Bank of Greece, Piraeus Bank, Agricultural Bank of Greece and TT Hellenic Postbank SA, sempre secondo l’istituto svizzero, avrebbero nel loro complesso bisogno di 2,61 miliardi di euro.

Anche gli analisti di Deutsche Bank, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg hanno individuato una lista di banche, incluse nel campione dei 91 istituti europei sottoposti agli stress test, che non passeranno la prova. E tra queste, sempre secondo Deutsche Bank figurarano due delle cinque italiane sottoposte all’esame: il Monte dei Paschi di Siena e il Banco Popolare.

Accanto agli istituti nostrani emergono i nomi di Allied Irish Banks, Commerzbank, National Bank of Greece, Bank of Ireland and EFG EuroBank Ergasisa che non raggiungeranno la soglia del 6% di Core tier 1, principale indicatore della solidità patrimoniale di una banca e della sua capacità di assorbire le perdite. Tutti gli altri sembrano destinati a superare l’esame. In ogni caso Deutsche Bank ritiene “improbabile” che la pubblicazione degli stress test dia “al mercato la fiducia di cui ha bisogno”.

Tra i promossi su cui Deutsche Bank esprime un giudizio buy emergono invece Credit Suisse Group AG, Barclays Plc, Societe Generale e Intesa Sanpaolo.

In Italia si è mostrato più ottimista l’ad di Unicredit, Alessandro Profumo, che sugli stress test si è mostrato serafico: “abbiamo rafforzato li capitale e siamo assolutamente tranquilli – ha detto – la nostra unica richiesta è che le modalità di calcolo siano omogenee”. Sui timori del mercato rispetto a una possibile sottovalutazione delle perdite derivanti dai titoli di Stato di Paesi a rischio default, il top manager ha ribadito che “qualsiasi tipo di perdita venga calcolata, non ci sono problemi”.

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