Prisma sgr, le carte segrete di Bankitalia

LE MOTIVAZIONI DEL COMMISSARIAMENTO – Che Prisma sgr sia finita in amministrazione straordinaria è noto (vedi notizia). Meno note sono le motivazioni per le quali la Banca d’Italia, a firma dello stesso governatore Ignazio Visco, ha chiesto al ministero dell’Economia e delle Finanze di adottare il drastico provvedimento e conseguentemente nominare i commissari. Il testo integrale di Bankitalia classificato “Riservato” di cinque pagine potete leggerlo sotto.

IL PROFILO DELLA SGRPrisma sgr è una società di gestione di fondi immobiliari e che operano nelle energie rinnovabili: maggiore azionista col 29,5% è la olandese Jallerop Aps, che fa capo al finanziere romagnolo Roberto Villa, già azionista di controllo della Richard Ginori, la ex quotata storica azienda di porcellane finita in fallimento e poi salvata dal gruppo francese Ppr. Villa è indagato per bancarotta semplice per il crack della Richard Ginori e per riciclaggio in uno dei filoni dell’inchiesta relativa al Monte Paschi di Siena. Secondo azionista col 18,6% è l’amministratore delegato Alberto Carpani, che con Villa ha lunghi comuni trascorsi professionali.
 
DIFFUSI CONFLITTI DI INTERESSE – Cosa contesta Bankitalia al presidente Sergio Corbello e a Carpani? Dopo che Via Nazionale aveva già ispezionato la sgr e multata per 200.000 euro, la società non si è affatto messa in regola coi dettami della Vigilanza. Sono rimaste “carenze nei meccanismi di governo societario, nella pianificazione strategica, negli assetti organizzativi e di controllo”. Nel governo dei fondi sono state fatte “scelte non improntate a sana e prudente gestione”. Prisma sgr ha risentito poi di “diffusi conflitti d’interesse”.
 
I DETTAGLI – Alcune “perle”? L’assunzione a tempo indeterminato di Gianluigi Carpani, fratello dell’a.d., che”, rileva Bankitalia, “non possiede qualificata esperienza nel settore immobiliare”. Insomma: una conduzione aziendale “improntata a scelte poco prudenti”, con “il mantenimento di una struttura organizzativa sovrabbondante”. Così che ad aprile scorso Prisma sgr aveva in cassa solo 285.000 euro a fronte di debiti per 1,5 milioni di cui 1,1 milioni già esigibili. “Si rende pertanto indispensabile”, conclude Bankitalia, “un immediato intervento di rigore, finalizzato ad accertare compiutamente la situazione aziendale e a concretizzare la necessaria discontinuità gestionale”.

 

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