Salone del Risparmio, Padoan: “Misure di lungo termine per l’Europa “

MISURE STRUTTURALI PER IL VECCHIO CONTINENTE – L’Europa ha bisogno di misure strutturali di lungo termine. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, torna per il secondo anno consecutivo ad aprire il Salone del Risparmio, al MiCo di Milano da oggi fino a venerdì. “Ci saremmo aspettati che una recessione profonda come quella iniziata nel 2008 sarebbe stata seguita da una ripresa più dinamica che avesse fatto recuperare inflazione e crescita, che si definisce a V. Invece, nonostante le aggressive misure di politica monetaria, la ripresa resta al di sotto delle aspettative ed è più debole di quelle che l’hanno preceduta. La ragione immediata sta nella debolezza dell’attività di investimento e oggi le aspettative sulla domanda sono contenute. I mercati hanno interiorizzato questo concetto, tanto che si parla di nuova normalità e stanno reagendo con maggiore volatilità che non fa altro che alimentare l’incertezza”. In questo quadro l’Europa corre più rischi rispetto agli Usa. Continua il ministro: “siamo in presenza di un’aspettativa di bassa inflazione, bassi tassi di interesse: mai come oggi occorrono misure strutturali orientate alla ripresa di lungo periodo e bisogna sostenere l’innovazione e trovare degli strumenti validi per affrontare l’invecchiamento demografico. Negli anni l’Italia ha messo in atto un’ambiziosa riforma del sistema pensionistico, gli indicatori europei ci segnalano come tra i migliori esistenti. Il governo è intervenuto a rafforzare la competitività per le aziende e per portare sgravi fiscali utili per investire in ricerca e sviluppo”.

UNIONE DELL’INNOVAZIONE – Padoan ha aggiunto: “In Europa occorre dare contenuto e impatto a quella che mi piace definire l’Unione dell’innovazione: una strategia europea che metta in comune le reti dell’innovazione e l’Investment union: l’incrocio di attività europee come l’unione bancaria e il mercato dei capitali, accanto al Piano Juncker che metta la finanza al sevizio della crescita”. Infine, secondo il ministro, serve una elevata disponibilità di buoni progetti e una più efficiente macchina pubblica. “Intanto il Jobs act da una parte, la riforma della giustizia, quella delle tasse e le riforme istituzionali stanno andando nella giusta direzione, all’insegna di semplificazione e efficientamento che renderanno le cose più semplici e stabili nel lungo termine. Auspico che in Europa, con gli ultimi interventi normativi che sono stati definiti, sia stato chiarito il quadro di riferimento e che si attui davvero un’unione bancaria e che questa cominci a sostenere le aziende, ossatura dell’economia”.

SERVE UNA RIFORMA DEL CREDITO BANCARIO – Per la ripresa degli investimenti occorre una riforma del sistema bancario. E non solo. “Il governo è impegnato con interventi che tutelino la crescita delle pmi, occorre ampliare le forme di finanziamento alle imprese, che vadano oltre al credito bancario. Bisogna diversificarle e, al tempo stesso, occorre rafforzare il sistema bancario. Il governo ha avviato sistemi di riforma su vari livelli”, ha aggiunto il ministro, ricordando la riforma sulle banche in atto e l’importanza di accelerare il meccanismo di recupero crediti “per rafforzare il sistema dopo una recessione di tre anni dove il sistema ha comunque retto, di fronte a un’economia che ha perso quasi 10 punti di Pil». In tema di sofferenze presenti nei bilanci bancari, ha precisato: “dal mercato arrivano segnali incoraggianti a conferma che i Gacs sono uno strumento utile per i crediti deteriorati. La riforma delle banche popolari è importante per aumentare la capacità di raccolta del capitale, migliorare le economie di scala, basti vedere la recentissima fusione che ha fatto nascere il terzo gruppo bancario italiano”. Il riferimento va all’operazione Bpm/Banco Popolare con 171 miliardi di euro in attivo, 4 milioni i clienti, 2.500 gli sportelli con circa 25mila dipendenti. “Una forte spinta all’integrazione del sistema viene anche dalla riforma delle Bcc che consentirà di superare i problemi dell’attuale disciplina del settore e cambierà anche gli assetti organizzativi”. Un’altra riforma “su cui stiamo lavorando è quella delle fondazioni di origine bancaria. Infine, il governo è intervenuto in materia di insolvenza: da febbraio 2016, infatti, è stato approvato il disegno di legge delega per allineare l’Italia alle normative vigenti in Europa e per prevenire l’accumulazione di crediti deteriorati”.

OBIETTIVO VENTURE CAPITAL – “Siamo impegnati in una nuova fase del progetto ‘Finanza della crescita’ con un tavolo congiunto sul venture capital promosso dal ministero dell’economia e finanza e dalla Banca europea degli investimenti, con la presenza delle autorità di vigilanza competenti per la normativa secondaria in materia appunto di venture capital. Si tratta di misure volte a indirizzare il risparmio verso investimenti produttivi e a stimolare lo sviluppo dell’industria della gestione del risparmio specializzata, dove l’Italia potrebbe giocare un ruolo più forte”, ha tenuto a sottolineare. Ha continuato: “Guardiamo anche al modello francese del ‘Plan d’epargne in action’ e a quello americano ‘Venture capital trust’ e dobbiamo puntare a modelli di governance più avanzati. Nel documento che sarà pubblicato nei prossimi giorni sarà contenuto l’insieme delle misure introdotte dal governo che potranno generare una crescita aggiuntiva al Pil dello 0,2% e fino all’1% nel lungo periodo. La ‘Finanza per la crescita’ è un pilastro fondamentale dell’attività di governo”. Con il decreto competitività, infatti, era stata introdotta la possibilità di erogare finanziamenti diretti alle imprese ma non era stata finalizzata. Dopodiché, a marzo, era stato pubblicato il regolamento attuativo per il direct landing e con il decreto del febbraio 2016 è stato completato il quadro normativo, nel senso che sono state meglio definite le modalità operative. “La nuova disciplina stabilisce che si applichi la normativa sulla trasparenza per banche e intermediati finanziari. È stato chiarito il quadro giuridico di riferimento e ci auguriamo che la crescita delle nostre imprese ricominci. Le misure che stiamo implementando sono volte a indirizzare il risparmio verso investimenti produttivi per le imprese con un alto potenziale di crescita e per superare i problemi di sottocapitalizzazione”, ha aggiunto. E ha dichiarato ancora. “Ci sono enormi margini di miglioramento nel mondo del risparmio che si integra con mondo dell’investimento. Occorre (e il settore pubblico ha la sua responsabilità) che i risparmiatori abbiano strumenti in grado di soddisfare le loro esigenze, che si rendono sempre più sofisticate” E ha chiuso il suo intervento ricordando il successo della recente emissione del Btp Italia, “strumento che resta tra i più apprezzati dal piccoli risparmiatori: è bene ricordare che nelle otto edizioni passate sono stati sottoscritti oltre 1 mln di contratti per un controvalore di 104 mld di euro. Uno strumento che dimostra il forte appeal che continua a esercitare sul mercato retail italiano”.

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