E questo, con l’obiettivo di far fronte alle situazioni in cui un contribuente cerchi di occultare capitale costituito da redditi o attività oggetto di evasione fiscale. Le informazioni che dovranno essere condivise non riguardano, tuttavia, solamente i redditi come gli interessi o i dividendi percepiti sui capitali detenuti, ma anche i saldi di conto corrente e i proventi delle vendite di attività finanziarie. «Questo accordo assicura che Monaco applicherà misure equivalenti a quelle che sono in vigore all’interno dell’Ue da marzo 2014 (con la modifica della direttiva sulla cooperazione amministrativa, «DAC2)», hanno dichiarato i portavoce del Parlamento Ue a margine della votazione, sottolineando come l’intesa sia in linea con gli standard globali sullo scambio automatico di informazioni finanziarie a fini fiscali promossi dall’Ocse due anni fa.
Non solo. Nelle intenzioni dell’Ue, l’intesa dovrebbe andare anche a vantaggio di Monaco, che ha recentemente riformato il proprio sistema fiscale nazionale con l’introduzione di un’imposta sui redditi delle persone fisiche residenti. Nello specifico, tra un anno e mezzo le amministrazioni fiscali degli Stati membri e quella monegasca di Monaco saranno in grado di identificare correttamente e inequivocabilmente i contribuenti interessati, applicare e far osservare la propria normativa fiscale in situazioni transfrontaliere, valutare la probabilità di un’evasione fiscale, ed evitare ulteriori indagini superflue. La firma ufficiale dell’intesa è prevista entro la pausa estiva, non appena il Consiglio Ue avrà dato il suo via libera.