Come scegliere tra gli strumenti indicizzati: fondi passivi, ETF e mandati

La scelta degli strumenti attraverso i quali prendere posizione con un approccio passivo dipende nella sostanza da tre fattori: la tipologia di investitore (privato o istituzionale), la disponibilità economica investibile e gli obiettivi di investimento. Per tutti gli strumenti disponibili forniamo un’analisi comparativa.

La scelta del veicolo d’investimento non determina solo la qualità della strategia di replica. Essa determina anche i risultati, il livello di rischio controparte, i requisiti operativi e il costo corrisposto per detenere e negoziare lo strumento.

In estrema sintesi è possibile identificare le caratteristiche salienti dei tre diversi veicoli come di seguito.

Il fondo passivo ha caratteristiche simili all’ETF con la differenza che viene sottoscritto su una piattaforma e dev’essere intermediato da un distributore, mentre l’ETF è negoziato su un mercato e per il suo acquisto sono suf cienti un conto corrente e un conto titoli.

L’ETF è adatto anche per investimenti molto contenuti, a differenza degli altri due veicoli, essendo il quantitativo minimo negoziabile pari ad una quota, il cui valore è generalmente nell’ordine di decine di Euro. Le commissioni sono contenute, seppur non negoziabili come nel caso dei mandati segregati.

Il mandato segregato è adatto per masse elevate (nell’ordine di diversi milioni di euro). Ha genericamente una durata definita da un contratto, è caratterizzato da commissioni negoziabili ed è operativamente complesso. Può essere personalizzato rispetto alle esigenze dell’investitore, ha contenuta facilità di smobilizzo e può spaziare su una pluralità di asset class investibili. I mandati segregati sono una tipologia di strumento utilizzata dagli investitori istituzionali, quali i fondi pensione ed i fondi sovrani.

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