Tinaba, in 3 anni bruciati 20 milioni

Tre anni di attività, oltre 20 milioni di euro di perdite.

Stenta a decollare Tinaba, l’app lanciata nel 2016 da Sator, il fondo di private equity che fa capo a Matteo Arpe (nella foto) insieme alla sua Banca Profilo, che vuole porsi come nuova frontiera dei pagamenti digitali e che nel 2018 ha stretto un accordo con la cinese Alipay. Ma il bilancio 2018, approvato poche settimane fa dagli azionisti, si è chiuso con una perdita di 9,3 milioni peggiore di quella di 7,7 dell’anno precedente e che si aggiunge a quella di 3,3 milioni del 2016. Anche il passivo dello scorso anno è stato rinviato a nuovo.

Tinaba, pur considerabile dal punto di vista tecnico ancora in fase di start-up, sta costando molti agli azionisti. Infatti dopo gli aumenti di capitale del 2018, che hanno consentito di iscrivere a bilancio una riserva sovrapprezzo azioni di quasi 7 milioni, quest’anno sono previste ulteriori ricapitalizzazioni – alcuni delle quali già sottoscritte – per circa 15 milioni tra valore nominale e sovrapprezzi delle nuove azioni. Nel consiglio d’amministrazione di Tinaba con l’assemblea che ha approvato il bilancio, è entrato fra gli altri, Luca Arpe, cugino di Matteo che è amministratore delegato.

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