Investimenti, ecco i settori da non lasciarsi sfuggire

L’industria dei semiconduttori, nonostante la pandemia e le difficoltà riscontrate dalle supply chain, ha registrato una crescita delle vendite globali vicina al +7% nel 2020, con un tasso di incremento stimato per l’anno in corso che si aggira attorno al 9-10%. I semiconduttori, in particolare, vengono costruiti con materiali che presentano delle proprietà fisiche particolari, come il silicio ed il germanio, e rappresentano delle componenti essenziali per il funzionamento del comparto dell’elettronica e dell’Information Technology.

Ma quali sono driver che guideranno il tema nel prossimo futuro? “Tra gli altri, abbiamo posto un focus importante sul processo di elettrificazione e di digitalizzazione del settore dell’automotive, che sta vivendo un periodo di profondo cambiamento a favore dei veicoli elettrici” afferma Giacomo Calef, Country manager di Notz Stucki, che di seguito dettaglia la propria view e il proprio outlook.

Addirittura si pensi che l’industria in questo momento fatica a reperire i chip necessari per soddisfare l’esplosione del lato della domanda, che ha visto una ripartenza significativa in Cina ed è stata stimolata dalle risorse messe in campo dagli Stati per agevolare l’acquisto di veicoli a bassa emissione. Infatti, si pensi che la produzione di un veicolo elettrico richiede in media circa il triplo dei semiconduttori necessari per un auto a motore termico ed alcuni dei più grandi player del mercato stanno predisponendo le basi per espandere la propria attività produttiva.

Ad esempio, la più grande “foundry” al mondo (termine che indica una fonderia che produce chip per conto terzi disegnati altrove), la Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, quest’anno prevede di investire ben 28 miliardi di dollari per espandere la sua produzione, rispetto ai 17 miliardi impiegati nel 2020, e lo scorso maggio l’azienda ha annunciato di voler aprire una fabbrica produttiva in Arizona, negli Stati Uniti, beneficiando degli incentivi stanziati dall’amministrazione Biden. Tuttavia, lo sviluppo dell’industria dei chip non riguarda solo l’automotive, bensì l’intero settore dell’Information Technology.

Inoltre, il potenziamento della rete 5G e la diffusione dell’Internet of things richiederanno in futuro un ammontare massiccio di semiconduttori, necessari per la produzione di sensori ed altri device digitali. Pertanto, a fronte delle evidenti opportunità di crescita, tra la domanda in eccesso ed un’offerta che nei prossimi mesi dovrà adeguarsi, abbiamo identificato il tema dei semiconduttori come un trend profittevole da inserirsi nel comparto tecnologico degli investimenti. Il segmento, dunque, si aggiunge all’insieme dei Quality Trends su cui noi puntiamo per poter valorizzare con successo una specifica parte del portafoglio da destinare stabilmente alle tendenze di lunga durata.

Mercati in prospettiva: il peso della liquiditá

I Governi e le autorità monetarie negli scorsi mesi hanno dato il via libera ad importanti politiche di sostegno per l’economia, riuscendo ad evitare, da un lato, il collasso economico, e mettendo le basi, dall’altro, per una ripresa post-covid. Infatti, l’evoluzione dei bilanci delle principali Banche centrali testimonia chiaramente come la portata delle iniezioni di liquidità sia stata piuttosto considerevole.

In particolare, il controvalore degli asset presenti nei bilanci di FED, BCE, Bank of Japan e People’s Bank of China ad oggi risulta circa 28mila e 800 miliardi di dollari (USD), ovvero un livello raggiunto dopo una crescita dell’aggregato monetario pari al 44% circa rispetto ad un anno fa (stima di Gennaio). Poi, oltre a questi numeri dobbiamo aggiungere quelli derivanti dalle politiche fiscali, sia per quanto riguarda quelle già messe in atto che quelle attese in futuro. Tra gli altri, il piano di stimoli da $1900mila miliardi dell’amministrazione Biden è stato finalmente approvato questa settimana, mentre il piano Next Generation progettato dall’Unione Europea dovrebbe prendere forma entro l’estate.

Ma quali sono, dunque, le conseguenze sui patrimoni delle famiglie? Per poter rispondere a tale domanda abbiamo riportato nel grafico sopra rappresentato un dato molto importante, ovvero il rapporto tra i risparmi ed i redditi prodotti dai nuclei familiari. Nel caso di specie, abbiamo considerato alcune tra le principali economie occidentali, come Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Francia. Possiamo osservare, dunque, come su un orizzonte temporale piuttosto lungo, ovvero dal 2006 al 2021, i valori siano in tutti casi saliti ai massimi storici, oscillando tra il 17 ed il 22% circa.

Pertanto, riteniamo che tale scenario possa dare luogo ad una crescita economica positiva nei prossimi anni, grazie a quella che alcuni analisti definiscono “pent up demand”. Tale espressione si riferisce ad un possibile aumento rapido della domanda di beni e servizi a seguito di un periodo recessivo in cui le spese sono diminuite drasticamente, come quello in corso a causa dell’emergenza sanitaria. A tal proposito, inoltre, alcune Istituzioni globali stanno apportando delle revisioni alla crescita del 2021: secondo l’OCSE, per esempio, il PIL mondiale potrebbe recuperare le perdite subite lo scorso anno con un rialzo del 5,4%, cioè una stima superiore dell’1,4% rispetto a quella comunicata a dicembre.

Nei portafogli, per chi non avesse ancora iniziato, suggeriamo di ribilanciare gradualmente l’esposizione azionaria a favore di quelle aziende che possano partecipare attivamente alla ripresa economica e che, al tempo stesso, abbiano la solidità adeguata per poter fronteggiare i potenziali rischi derivanti della situazione sanitaria.

 

 

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