Mercati: la Bce stringe i cordoni della borsa

Come da attese, la Bce ha ufficializzato la fine del QE e rafforzato ancor più il tono restrittivo degli ultimi mesi, aprendo la strada ad una serie di rialzi dei tassi da luglio in poi.

“Nonostante la Banca Centrale riconosca che l’inflazione sia fondamentalmente guidata dal lato offerta, verso il quale le politiche monetarie non hanno generalmente alcun potere, non sembra comunque più appropriato mantenere i tassi negativi molto più a lungo, dato il livello di aumento dei prezzi (8.1% annuale a maggio)”. Ha commentato Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm, che di seguito illustra nel dettaglio la propria view.

Da questo punto di vista, è importante evidenziare che i tassi reali rimangono negativi, dato che i tassi nominali sono stati aumentati significativamente meno del tasso di inflazione. La domanda fondamentale rimane comunque se il rialzo sia sostenibile alla luce del rallentamento dell’economia.

Da una parte, ci si può aspettare che le paure di una recessione e il noto livello di debito di alcuni principali paesi membri possano rallentare il percorso di rialzo dei tassi. In tal senso, si potrebbe scommettere su un passo indietro della Bce prima della fine dell’anno e aumentare la duration dei propri portafogli di investimento. D’altra parte, tuttavia, nel contesto inflattivo corrente non è improbabile che la Banca Centrale sia costretta a tenere il mirino sull’aumento dei prezzi, anche a costo di una recessione. Ciò spiegherebbe il rialzo dei tassi e degli spread rispetto ai paesi con rating peggiori a cui abbiamo assistito durante la conferenza. Per il momento, continuiamo a mantenere una duration relativamente bassa.

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