Lehman e immobiliare, danni e opportunità

Anche se l’attenzione è tutta puntata su Lehman Brothers e gli effetti che tale crollo avrà su fondi comuni, polizze index e sulle altre banche non si è considerato che anche il settore immobiliare potrebbe risentire di tale tracrollo.

Gli effetti sull’immobiliare è vero che non saranno diretti, o comunque anche se lo fossero, secondo alcuni esperti sarebbero contenuti a un numero limitato di investitori. Dall’altra invece, l’effetto indiretto, perlomeno sul settore del real estate, potrebbe essere sicuramente più dirompente. Non sarà, certo, immediato ma nel lungo periodo la situazione di crisi globale potrebbe portare a un allontamento degli investitori e degli acquirenti. E sicuramente per coloro che hanno sempre operato con alta leva finanziaria sarà difficile continuare a reperire i finanziamenti e a operare attivamente. Meglio sarà per chi dispone di capitale e liquidità da spendere. Gli acquisti potrebbero non mancare, Magari prendendo in considerazione proprio gli asset immobiliari di Lehman Brothers. La società, infatti, prima del tracollo aveva annunciato la creazione di uno spin-off immobiliare del proprio portafoglio commerciale del valore di circa 25-30 miliardi.

A livello di titoli immobiliari è innegabile che anche quest’ultimi abbiano risentito della crisi, sia perché per loro natura i titoli immobiliare risentono di qualsiasi situazione borsistica in generale, sia perché i titoli del real estate risentono della crisi che sta investendo tutto il settore immobiliare a livello globale. Non c’è paese, chi più chi meno, che non sia coinvolto. Non per fare i pessimisti ma sembrerebbe l’inizio della fine.

E anche a livello italiano la situazione non è delle più rosee. Basta vedere la situazione di Aedes. Dopo aver firmato un accordo di moratoria con i principali istituti di credito esposti il cda ha deciso di avviare le trattative con Sopaf per reperire le risorse necessarie al ripristino dell’equilibrio finanziario del gruppo. La proposta avanzata dalla società della famiglia Magnoni prevede un aumento di capitale fino a 171 milioni e l’esenzione dall’obbligo di proporre un’Opa, oltre che il raggiungimento di un accordo con le banche creditrici finalizzato a riformulare lo scadenziario degli impegni sottoscritti.

Senza dimenticare Risanamento. Il consulente messo in campo da Banca Intesa, Salvatore Mancuso, avrebbe richiesto anche per la società guidata da Luigi Zunino una riformulazione dello scadenziario dei debiti in essere, prima di cercare un acquirente per Santa Giulia.
Si preannuncia un autunno indimenticabile, sempre che non cadano troppe foglie dagli alberi dell’immobiliare.

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