Mercati, Nasdaq 100: un ribilanciamento con efficacia limitata

Le “Magnifiche Sette” (Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft, Nvidia e Tesla) sono diventate troppo “pesanti” e l’indice Nasdaq 100, che include i titoli delle società tech più famose al mondo, ha reso ieri effettivo il ribilanciamento annunciato il 7 luglio.

Il Nasdaq 100 è un indice ponderato per la capitalizzazione di mercato e soggetto a ribilanciamento su base trimestrale anche se già in passato si era reso necessario un ribilanciamento “speciale” per proteggerne l’integrità: è quanto accaduto nel 1998, nel 2011 (quando il peso di Apple fu tagliato dal 20% al 12%, mentre Microsoft, Oracle, Intel e Cisco Systems furono pesate maggiormente) ed è quanto sta accadendo oggi, proprio a causa dell’eccessiva concentrazione delle Sette.

Come si può notare nel grafico sotto, negli ultimi dieci anni il valore di mercato di queste società è più che raddoppiato e i dati raccolti da Bloomberg all’inizio di luglio mostrano come le prime sette società del Nasdaq 100 avessero ormai raggiunto un peso vicino al 50% dell’indice. L’obiettivo di questo ribilanciamento speciale è dunque quello di mantenere un livello di diversificazione tale da assicurare che l’indice rappresenti l’intero mercato tech americano e non solo le imprese più grandi.

A conferma del loro peso fuori misura sull’andamento del Nasdaq 100 si consideri che, dall’inizio del 2023, le Sette hanno contribuito per circa il 75% al ritorno dell’indice, contro il 60% realizzato tra il 2016 e la fine del 2022. Il ribilanciamento ha dunque l’obiettivo di ridimensionare questo squilibrio, andando a sottopesare le componenti maggiori e mettendo un tetto al peso aggregato delle aziende che superano il 4,5% nell’indice in modo che, sommando il valore delle Sette si raggiunga, al massimo, il 48% dell’indice totale.

Se da una parte questo ribilanciamento speciale potrebbe avere delle ripercussioni sulle Big Tech – ricordiamo che nei giorni successivi all’annuncio Apple ha perso l’1,1%, Alphabet e Amazon oltre il 2%, Microsoft e Tesla oltre l’1% – dall’altra non si può fare a meno di notare che le Sette si sono riprese nel giro di dieci giorni. L’impatto sui mercati non sembra quindi essere stato profondo, come risulta anche dal grafico sotto, che mostra il ritorno totale di chi ha investito in queste società tra il 5 e il 17 luglio.


Al di là degli impatti di breve termine, il ribilanciamento avrà effetti positivi per gli investitori, soprattutto per gli amanti degli strumenti passivi come gli ETF che, vedendo aumentare la diversificazione all’interno dell’indice, riescono a proteggersi dai rischi legati agli investimenti sui singoli nomi.

A cura di Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm

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