Alla ricerca dei rendimenti perduti

In uno scenario persistente di bassi tassi d’interesse per quanto riguarda il mercato obbligazionario, persino negativi a breve termine, e in cui i corsi azionari sono dominati dalla volatilità, è difficile trovare e proporre investimenti davvero allettanti, persino per la case di gestione più blasonate.
Questa difficoltà vale verso tutti i segmenti di risparmiatori, ma è particolarmente rilevante per i clienti di private banking: nella maggior parte dei casi, infatti, la clientela private è portatrice di patrimoni finanziari accumulati nel giro di una o più generazioni, la cui gestione deve coniugare in modo particolarmente equilibrato rendimenti e profili di rischio accettabili, che non mettano a repentaglio il capitale accumulato per tutta una vita.

Il business dei crediti incagliati
Recentemente, nel panorama vasto -per non dire dispersivo- di prodotti e asset class disponibili per i professionisti del risparmio, si trovano alcuni prodotti che offrono a medio termine (nell’orizzonte di due o tre anni) rendimenti interessanti (potenzialmente, tra il 5 e il 7%). Ci troviamo nell’ambito di asset class vicine agli investimenti alternativi, come ad esempio in non performing loans (Npl), legati soprattutto al mondo del real estate.
Si tratta di prodotti a bassa liquidità (e questo è il loro aspetto meno appetibile), penalità spesso però mitigata dalla possibilità di confezionare tagli di investimento relativamente modulabili, che quindi consentono una buona diversificazione del rischio.
Inoltre, questi prodotti godono di un contesto favorevole per prezzi e prospettive di rendimento, generato da un lato dalla volontà (ed esigenza) delle banche di liberare capitale cedendo quote parte di questi asset, dall’altro dalla presenza sul mercato italiano di operatori qualificati, in grado di mettere proficuamente a reddito questi investimenti. L’ulteriore sviluppo di player specializzati, da prevedere nel prossimo futuro, aumenterebbe poi il grado di competizione del mercato, rendendolo ancora più appetibile.

Il ruolo dei fondi private
L’esempio viene da una serie di grandi investitori istituzionali, come Kkr, ben noto e grande operatore di private equity, il quale ha acquisito di recente volumi notevoli di npl dalle grandi banche italiane. Allo stesso modo, gli operatori di private banking potrebbero trovare opportunità interessanti di investimento per i propri clienti, collaborando con operatori di settore specializzati.
Con due doverose raccomandazioni: non superare mai in portafoglio una quota ragionevole e bilanciata e mantenere un’attenzione costante e vigile alla qualità della gestione dei sottostanti di questi prodotti.

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