Il laboratorio creativo di Kairos

Laboratorio creativo

Kairos ha tagliato il traguardo dei 20 anni lanciando nuovi servizi

Focus sugli investimenti nelll’economia reale, a cominciare dagli Eltif

Di Francesca Vercesi

 

Con il suo duplice modello di business di private banking e asset management, Kairos Partners Sgr sta puntando a prodotti che scommettono sui temi coerenti con l’evoluzione dell’industria finanziaria. Parla Rocco Bove (nella foto), deputy chief investment officer e head of fixed income della società.

Com’è andato il 2019?

E’ stato un anno dove tutte le asset class hanno performato molto bene. Diversamente dal 2018-2019, ci aspettiamo che il periodo 2020- 2022 sia meno guidato dal beta ma più dall’andamento dei singoli temi di investimento e in questo prossimo contesto di mercato le boutique come la nostra potranno dimostrare il loro reale valore.

 

Come definirebbe Kairos oggi?

E’ una boutique che guarda al futuro. La nostra sala operativa è un laboratorio di prodotti, all’interno del quale i vari team di gestione collaborano trasversalmente allo sviluppo delle idee di investimento. Possiamo innanzitutto identificare quattro direttrici di prodotto: il mercato azionario Italia, guidato da Massimo Trabattoni, con il KIS Italia, comparto flessibile come capostipite; il mondo obbligazionario flessibile e dinamico di cui sono responsabile e che trova nel Kis Bond Plus la sua migliore rappresentazione; l’investimento tematico, di cui il Kis Key è precursore; la strategia long-short che trova nel Kis Pegasus la sua massima rappresentazione, trattandosi del fondo flagship di Kairos che si è distinto ai Private Banking Awards dello scorso novembre nella sua forma alternativa (Kairos Pegasus Sa). La peculiarità dei nostri team di gestione, che godono di una forte autonomia, è di adottare un approccio non convenzionale ai prodotti tradizionali.

 

A cosa guardate?

Il mercato è cambiato, la disruption tecnologica è arrivata anche al mondo della finanza. Per questo, nel futuro, ci focalizzeremo anche su prodotti che cavalcheranno questi temi: KIS Millennials, lanciato lo scorso novembre, ne è un esempio. Quello che mi interessa sottolineare è che l’industria del risparmio gestito che finora si è sempre sviluppata per asset class e area geografiche, ora si sta concentrando sui singoli temi di investimento legati al contesto socio-economico globale.

 

E il mondo Esg?

A questo proposito siamo molto attivi. Lo scorso 18 dicembre il Kis Europa ha cambiato politica di investimento ed è diventato Kis Europa ESG, e a novembre abbiamo lanciato un prodotto più innovativo che è un azionario long short, uno dei primi in Italia basato su questa strategia, il Kis ActivEsg.

 

Sul fronte della risorse vi state guardando intorno?

Stiamo assumendo team di gestione e lato private banking nuovi professionisti. Continueremo ad attrarre talenti per la nostra sala operativa e per sviluppare il nostro laboratorio. L’ultimo arrivato è Riccardo Quagliotti che si è unito alla squadra di Milano come senior equity analyst per seguire i nuovi trend di mercato con focus su tecnologia, media e internet.

 

Altre novità su cui puntate?

Il mondo degli Eltif. Si tratta di una tipologia di prodotto innovativo che richiede competenze particolari e ha una lunga gestazione perché ha un’ambizione molto alta: trasferire capitali nell’economia reale. La nostra proposta Eltif unirà la componente listed del mercato con quella meno liquida (legata al mondo private) in un dialogo costante. Noi siamo una boutique di eccellenza sia nella componente quotata sia nel mondo delle pmi quotande e non quotate, quindi partiamo da una posizione privilegiata: il segmento Eltif è molto in linea con il nostro modus operandi. Per questo credo siamo tra i soggetti più adatti a compiere questo passaggio.

 

Cosa pensa dell’Italia?

È un mercato inefficiente e particolare e proprio per questo ha grandi opportunità di investimento, venendo da dieci anni di credit crunch. Mai come ora l’industria del risparmio gestito dovrà strutturarsi al meglio per stare più vicino alle pmi. La finanza deve camminare in modo parallelo al mondo bancario, non cercare di sostituirlo.

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