Il guardiano del Recovery Plan

E’ operativa dal 1° giugno la nuova Procura europea (European Public Prosecutor’s Office, Eppo). Istituita allo scopo di investigare e perseguire i crimini transnazionali di natura finanziaria nell’Ue, rappresenta una svolta nella lotta a corruzione, riciclaggio e frodi, oltre a vigilare sul corretto utilizzo dei fondi del Recovery Plan. Con implicazioni anche sulla gestione delle singole imprese, come spiega il Luca Lupària Donati, ordinario di procedura penale e protagonista nel settore del diritto penale d’impresa e della compliance 231.

 

Come funziona la nuova istituzione?

 

L’Eppo costituisce una nuova frontiera nella cooperazione giudiziaria: le indagini si svolgono a livello centrale mentre il processo si celebra nello Stato competente. Ha sede in Lussemburgo e si articola in un procuratore capo, in un collegio dei pm e in camere permanenti. È dotata di poteri d’indagine e d’esercizio dell’azione penale. Può disporre misure cautelari, anche tramite il mandato d’arresto europeo. Localmente sono istituiti i pm europei delegati, responsabili delle inchieste nei Paesi membri.

 

Su quali reati è competente l’Eppo?

Su quelli che ledono gli interessi finanziari dell’Unione, definiti dalla “Direttiva Pif” (recepita in Italia dal D.Lgs. 75/2020) e quelli “indissolubilmente connessi”: gravi frodi Iva, corruzione, appropriazione indebita, riciclaggio, delitti associativi…

 

E in materia di Recovery Plan?

Sui fondi del Next Generation EU avrà un ruolo chiave, supervisionando la corretta gestione delle risorse.

 

Ci si può attendere un’intensificazione e una maggiore efficacia delle indagini transnazionali?

Sì, anche perché la dotazione finanziaria della Procura Ue sarà robusta. Le indagini saranno semplificate e rapide. Le prove circoleranno più facilmente nell’Unione.

 

Detto dei vantaggi, l’Eppo potrà influire sulla guidance degli operatori economici?

Il rischio è concreto. La nuova procdura europea è competente anche sui delitti commessi dalle società. Tutti gli enti aventi rapporti con controparti estere o che beneficeranno dei fondi devono organizzarsi adeguatamente per prevenire gli illeciti penali, modulando la propria compliance secondo la nuova ottica europea. Con il mio team stiamo già lavorando con alcuni gruppi finanziari e società quotate sulla mitigazione dei rischi penali e sulla rivisitazione dei modelli 231. Il pagamento del Recovery Plan da parte dell’Ue avverrà solo in presenza di una corretta applicazione del Regolamento 2021/241: gli Stati devono adottare un modello di gestione e controllo su conflitti d’interesse, frodi e corruzione. Ciò vale anche per le aziende destinatarie dei fondi, tenute a cooperare alla tutela degli interessi finanziari dell’Unione.

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