Ma il punto di snodo sembra essere un altro: infatti, i quattro posti in consiglio riservati ai due soci di Mediobanca potrebbero anche scendere a tre se ci fosse apertura da parte del consiglio alla nomina di un presidente nuovo e autonomo. Richiesta, quest’ultima, che fino ad ora non ha trovato terreno fertile nelle file di Delfin.
A meno di colpi di scena dell’ultimo minuto, sembra quindi inevitabile andare alla conta dei voti in assemblea in programma il 28 ottobre, con una lista di minoranza presentata da Delfin. In assenza di un compromesso, Delfin punterebbe ad una lista di sette nomi – massimo per una minoranza – con il risultato che nel caso in cui la stessa risultasse la più votata in assemblea, con il voto di lista sarebbero nominati come amministratori proprio i sette candidati Delfin. Dalla lista del board, in questo scenario, sarebbero presi sette consiglieri, mentre un posto andrebbe ad Assogestioni.