Bce, la crisi può frenare la crescita

La Bce, nonostante l’ottimismo mostrato ieri dal presidente Jean Claude Trichet, rinnova l’allarme in merito alla preoccupante situazione in cui verte l’Eurozona, esortando i governi a rafforzare l’impegno nell’azione di risanamento dei conti pubblici e a “intraprendere un’azione incisiva per conseguire il risanamento durevole e credibile delle finanze pubbliche”.

Secondo la banca centrale i dati aggiornati mostrano come ”per correggere gli ampi squilibri sarà, in generale, necessario intensificare gli sforzi. Il risanamento dei conti pubblici dovrà superare in misura considerevole l’aggiustamento strutturale dello 0,5 per cento del Pil su base annua stabilito come requisito minimo nel Patto di stabilità e crescita”, scrive la Bce nell’ultimo bollettino mensile.
“Più si aspetterà a correggere gli squilibri, maggiore risulterà l’aggiustamento necessario e più elevato sarà il rischio di subire un danno in termini di reputazione e fiducia”.

La Bce insiste inoltre sulla necessità di una rapida attuazione di piani di risanamento ad ampio spettro, che prevedano maggiori sforzi nella fase iniziale, e che siano incentrati sul lato della spesa e combinati con riforme strutturali, poiché questo “rafforzerà la fiducia del pubblico nella capacità dei governi di restituire sostenibilità alle finanze pubbliche, ridurrà i premi per il rischio intrinseci ai tassi di interesse e quindi favorirà la crescita durevole nel medio periodo”.

In ulteriore istanza l’istituto europeo tratta il punto dei salari, che vanno adeguati al livello di disoccupazione e alla perdita di competitività. La Bce che torna quindi a sollecitare riforme strutturali “in tutti i paesi dell’area dell’euro, per favorire una ripresa sostenibile”, scrive la banca, “sono d’importanza cruciale riforme strutturali che rafforzino la crescita e l’occupazione”.
Questa necessità acquista importanza alla luce del recente incremento della disoccupazione poiché  “per evitare che si traduca in un aumento della disoccupazione strutturale, sono necessari sistemi tributari e assistenziali capaci di incentivare efficacemente il lavoro, migliori dispositivi di formazione e sufficiente flessibilità dei contratti di lavoro”.

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