L’atlante del FinTech: India

Il Fintech vede nel mondo oltre 12.000 startup e un investimento di 19 miliardi di dollari nel 2015.

L’Indiana “National Association of Software and Services Companies” (NASSCOM) stima che il settore a livello globale crescerà a un tasso composito del 7.1% l’anno entro il 2020 per arrivare a un totale di 45 miliardi.

Naturalmente questo è un mercato che interessa tutti i Paesi del mondo che però non vede ancora l’India leader, come invece avviene nello sviluppo di software e di servizi informatici tradizionali.

Infatti nazioni come USA, UK e anche altre piazze asiatiche come Hong Kong e Singapore, sono più sviluppati dell’india nel Fintech [vedere grafici].

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Così la NASSCOM negli ultimi due anni si è spesa molto per creare un contesto normativo e un ecosistema idoneo allo sviluppo del Fintech nel Paese e i primi risultati si vedono.

Secondo la YourStory Research, accreditata agenzia indiana di ricerche statistiche e consulenza, in India il numero di start-up Fintech finanziate nella prima metà del 2016 è pari al numero totale di start-up finanziate in tutto il 2015 con un investimento totale di 1.2 miliardi di dollari.

Secondo una ricerca congiunta di KPMG e NASSCOM, pubblicata nel giugno 2016, il 46% delle star-up Fintech indiane opera nei sistemi di pagamento elettronico. Fra le società leader in questo settore c’è BillDesk, che banalmente potrebbe essere considerata il PayPal indiano, su cui transitano circa il 70% dei pagamenti online del Pase ed è valutato oltre un miliardo.

Sono comunque altri 6 i settori con attività di rilievo: Blockchain, Robo-advisory, Security and biometrics, P2P lending, Bank in a box e Financial inclusion.

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