Risparmio gestito – Le "teste dure" del mercato

La ripresa dell’attività industriale si conferma a livello globale. Tuttavia, a prescindere dal rimbalzo dell’attività che potrebbe definirsi “tecnico”, la cautela dei principali attori rimane d’obbligo. Per buona parte dei paesi dell’OCSE, le prospettive 2010-2012 non sono propriamente rosee e la futura crescita si preannuncia anemica. Dopo aver celebrato la fine della recessione con qualche mese di anticipo, come è la norma, i mercati sono ora entrati in una nuova fase. Fino ad ora hanno reagito in maniera favorevole ai dati economici, tutto sommato meno negativi del previsto, e agli sforzi delle aziende che nell’insieme sono riuscite a salvare i margini nonostante il crollo del fatturato.

D’ora in poi, ci vorrà di più per convincere gli operatori. Ma non necessariamente molto di più, considerato che i tassi sono estremamente bassi e che le aziende, grazie ai maggiori margini derivanti dagli sforzi di ristrutturazione compiuti, potranno beneficiare pienamente del minimo accenno di crescita. Se si aggiungono i livelli di quotazione, che in termini assoluti sono ancora ragionevoli, in particolare in Europa, e in termini relativi decisamente interessanti (rispetto al debito di stato e, soprattutto, alle obbligazioni societarie), le azioni offrono ancora un potenziale di rialzo a dispetto di uno scenario economico che nel complesso è poco entusiasmante.

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