Fondi pensione – Ancora poca informazione

Italiani meno preoccupati di quanto non fossero tre anni fa rispetto al proprio tenore di vita futuro nel periodo della pensione. La propensione al risparmio rimane una risorsa fondamentale per gli italiani grazie al loro approccio realistico, ma non emerge ancora un forte orientamento alla finalizzazione del risparmio privato a fini previdenziali. Sono alcune delle evidenze che emergono dall’AXA Retirement Scope 2010, l’indagine condotta da GFK Eurisko per il Gruppo AXA su scala mondiale, con l’obiettivo di comprendere gli atteggiamenti nei confronti della pensione da parte di pensionati di oggi e di domani.

Italiani più ottimisti rispetto a 3 anni fa nel guardare al proprio futuro pensionistico
Rispetto alla precedente edizione di AXA Retirement Scope (rilevazioni effettuate nell’estate del 2007) gli italiani si dimostrano più sereni verso la pensione. Che lavori o sia già in pensione, la popolazione intervistata è mediamente positiva quando pensa allo standard di vita in pensione: 6 lavoratori su 10  prevedono un reddito da pensione sufficiente; il 57% dei pensionati è soddisfatto del proprio reddito, anche se il livello di soddisfazione varia a seconda della fascia di reddito di appartenenza.

È piuttosto positiva anche l’immagine della “vita da pensionati” degli italiani– i più ottimisti tra i Paesi coinvolti nella ricerca – in particolare i lavoratori: perché si ha più tempo per prendersi cura di sé (90% dei lavoratori, 82% dei pensionati) o da trascorrere con la famiglie (89% dei lavoratori, 87% dei pensionati) o da dedicare all’impegno sociale e a progetti a carattere associativo (78% dei lavoratori, un dato composto per l’86% da donne; 65% dei pensionati). Meno ottimisti i pensionati, per cui spesso la pensione rappresenta una fase della vita legata a ristrettezze economiche (58%, di cui 67% sono donne) o a vecchiaia, malattia, dipendenza da terzi (59%).

Gli italiani e l’età pensionabile

Emerge un paradosso sulle opinioni relative all’età pensionabile: i lavoratori vogliono andare in pensione presto, a 57 anni, e sono tra i più contrari nel mondo industrializzato ad alzare l’età minima pensionabile: dice di no il 69%, preceduto solo da Spagna (74%) e Germania (71%); l’idea di un possibile innalzamento dell’età minima pensionabile sta invece prendendo piede tra i giovani, consapevoli di dover andare in pensione più tardi rispetto ai loro predecessori.

Nonostante alcuni segnali positivi, emerge un realismo di fondo sul futuro
L’aumento della soglia dell’età pensionabile, le trasformazioni del welfare pubblico e la crisi economica sono tra le principali leve che spingono il risparmio degli italiani. Gli italiani si confermano tra i maggiori risparmiatori d’Europa: i lavoratori risparmiano in media 488 euro al mese (5857 € all’anno), mentre i pensionati 382 euro (4581 € all’anno), molto più che negli altri Paesi europei e al terzo posto nelle classifiche internazionali.

Per quanto riguarda il dettaglio del portafoglio degli italiani, i prodotti bancari hanno la maggiore diffusione (il 93% dei lavoratori e l’89% dei pensionati dichiarano di possedere un prodotto bancario), ma emerge una propensione alla diversificazione delle risorse finanziarie, in particolare attraverso prodotti assicurativi: questi ultimi sono posseduti dal 51% dei lavoratori e dal 28% dei pensionati, un tasso di penetrazione che resta comunque inferiore rispetto ad altri Paesi. Rimane bassa la penetrazione di prodotti di protezione e per la salute rispetto agli altri Paesi: i prodotti di protezione sono posseduti in Italia dal 23% dei lavoratori e dal 10% dei pensionati, contro una media europea pari rispettivamente al 35% e al 38%. Per quanto riguarda i prodotti assicurativi per la salute, solo il 14% dei lavoratori e il 10% dei pensionati ne possiede uno (la media in Europa  è pari al 38% per i lavoratori e al 37% per i pensionati).

Sono in particolare i giovani lavoratori di età compresa tra i 25 e i 34 anni e i cosiddetti “Mid-life” della fascia compresa tra i 35 e i 49 anni, a scegliere i prodotti assicurativi come formula di risparmio. Consapevoli che riceveranno meno a causa della riforma del sistema del welfare, con il passaggio dal modello retributivo a quello contributivo, iniziano infatti ad avvertire la necessità di aumentare il loro reddito da pensione mediante una pianificazione alternativa individuale.

Prepararsi alla pensione: le scelte degli italiani
Nonostante la maggiore consapevolezza degli italiani sui cambiamenti del welfare pubblico, non emerge ancora un forte orientamento alla finalizzazione del risparmio privato a fini previdenziali. Gli italiani risultano meno previdenti rispetto alla media europea in termini di preparazione alla pensione, un trend in aumento rispetto al 2007. Solo un terzo dei lavoratori ha iniziato a prepararsi alla pensione, dato al di sotto della media europea  (45%) e superiore solo alla Spagna. E il 40% inizierà in un prossimo futuro. Le evidenze sono analoghe per i pensionati: il 27% ha iniziato a preparare il periodo della pensione durante il lavoro, e il 42% non lo ha fatto ma sostiene che avrebbe voluto.

Qualcosa, comunque, nel nostro Paese sta cambiando. A livello generale le opinioni sulla capacità delle istituzioni finanziarie di proteggere gli standard di vita durante il periodo della pensione sono piuttosto diversificate: abbastanza positive quelle dei lavoratori rispetto ai pensionati (51% vs 40%) e, fra i primi, dei giovani lavoratori rispetto a quelli di mezza età e quelli prossimi alla pensione, i cosiddetti “End-Working” compresi nella fascia dai 50 ai 64 anni (il 58% vs rispettivamente il 49% e il 43%). Sono soprattutto i giovani a comprendere la necessità di uno sforzo di responsabilizzazione individuale per affrontare con maggiore serenità il proprio futuro pensionistico: la pensa in questo modo il 41%, mentre i lavoratori vicini alla pensione continuano a fare affidamento sulla pensione statale (76%). I giovani si rivelano  i più previdenti: più dell’ 80% ha infatti iniziato o inizierà a prepararsi alla pensione, contro il 68% dei lavoratori “Mid-life” e il 56% dei lavoratori prossimi alla pensione. La vulnerabilità del sistema pensionistico è la principale motivazione per la preparazione individuale alla pensione dei lavoratori (60%), analoga circostanza riscontrabile anche a livello europeo.
Alla domanda “Quale prodotto sceglierebbe se dovesse investire per prepararsi alla pensione?”, i prodotti assicurativi diventano i preferiti, anche se i prodotti immobiliari e bancari restano asset indiscussi di elevato valore. Altri prodotti assicurativi (protezione e salute) appaiono caratterizzati da minore attrattività, ma mostrano trend interessanti. Nella preparazione alla pensione si osserva tra i giovani una maggiore tendenza alla diversificazione degli investimenti: a confronto con altre fasce di età, mostrano una maggiore propensione ed interesse verso prodotti diversi, compresi quelli previdenziali.

Gli obiettivi legati ala scelta di un prodotto sono vari: garantire un livello sufficiente di reddito da pensione, assicurare un capitale o un rendimento, avere un “salvadanaio” per affrontare bisogni e possibili difficoltà personali o per finanziare progetti.

Nello specifico dei prodotti per costruire la propria pensione, tra i requisiti richiesti, occupa il primo posto per italiani e francesi la possibilità di trasmettere il capitale agli eredi, molto più di quanto si osserva in altri Paesi, seguita dal capitale garantito, a conferma della tradizionale vocazione degli italiani al risparmio, e infine dalla rendita vitalizia.

La scelta del canale distributivo
La scelta del canale distributivo dipende dalla tipologia di prodotto: in generale la distribuzione di prodotti finanziari, come i prodotti di risparmio, è dominata dalle banche e quella di prodotti assicurativi dalle assicurazioni. Per la sottoscrizione di un prodotto pensionistico, le assicurazioni sono al primo posto seguite subito dopo dalle banche (43% e 33%).

“AXA Retirement Scope – ha dichiarato Frédéric de Courtois, amministratore delegato di AXA MPS – è un esempio dell’impegno di tutto il gruppo AXA nel contribuire in maniera significativa al dibattito sul grande tema della previdenza. Le assicurazioni possono oggi dare un contributo importante alla costruzione del welfare del futuro, non solo garantendo un’adeguata protezione verso i bisogni previdenziali, ma anche attraverso un impegno concreto sul fronte dell’education per favorire la diffusione di una maggiore cultura previdenziale, con particolare attenzione ai giovani, i più colpiti dalle trasformazioni del welfare pubblico. Solo una conoscenza adeguata dei cambiamenti in atto può infatti favorire meccanismi di scelta responsabili”.

“Di fronte all’emergere di nuovi bisogni collegati ad una società in cambiamento – ha proseguito Andrea Rossi, amministratore delegato di AXA Assicurazioni – si rende quanto mai necessario un profondo ripensamento del sistema e una ridefinizione degli equilibri tra pubblico e privato. Le nuove sfide previdenziali impongono una visione di lungo periodo da parte di tutti i soggetti coinvolti e l’affermazione di un welfare sistemico, che preveda ruoli più attivi e risposte concrete alle nuove esigenze della collettività”.

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