Portafogli – Prudenza e occhio all’inflazione

Gli ultimi avvenimenti geopolitici e i più recenti dati macro suggeriscono due elementi che possono caratterizzare nel breve termine il contesto in cui si muovono i mercati finanziari. Da un parte emergono crescenti tensioni sulle commodities, in particolare sul settore energetico e petrolifero che interessano più da vicino il mondo arabo in subbuglio, dall’altra, anche con un certo grado di correlazione, i prezzi danno i primi segnali di crescita riaccendendo timori inflazionistici. Il profilo più conservativo, oggetto della nostra analisi odierna, pur tenendo conto di questo scenario è caratterizzato da una quota obbligazionaria che oscilla intorno al 50% con un’assoluta preminenza di gestione a duration bassa e di fondi monetari. Un limitato 5% di strumenti “Obbligazionari Area Euro – Inflation Linked” permette di ancorarsi ulteriormente all’andamento dei prezzi ed in generale dei tassi di interesse.
Si suggerisce di mantenere l’equity a livelli contenuti, 20%, suddiviso tra “Large Cap Globali”, con una particolare esposizione per i titoli Value, i meno rischiosi, e “Azionari Settoriali – Energia” (solo il 5%), in coerenza con le tensioni descritte. Un ulteriore 25% verrebbe investito nelle gestioni a ritorno assoluto, limitandosi a quelle a bassa volatilità (15%) e obbligazionarie (10%).

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