Fondi comuni, il sottoscrittore tipo? È benestante e del Nord

IL PROFILO TIPO – Il sottoscrittore tipo dei fondi di investimento italiani? È maschio, sui 58 anni, benestante e residente nel Nord Italia. Ma anche le donne iniziano a farsi strada. Il profilo emerge dall’aggiornamento dell’indagine annuale pubblicata da Assogestioni, “I sottoscrittori di fondi comuni italiani”, che analizza la struttura della domanda attraverso la caratterizzazione delle decisioni delle famiglie riguardo l’investimento in fondi comuni istituiti nel nostro Paese.

AUMENTANO LE DONNE – Dopo un periodo in cui, nel corso degli anni, la partecipazione al mercato dei fondi si è quasi dimezzata, il totale stimato dei sottoscrittori di fondi comuni italiani nel 2013 ha di nuovo registrato un incremento portandosi a quota 5,6 milioni, rileva l’indagine. Analizzando la distribuzione del patrimonio, emerge che oltre mezzo milione di soggetti (il 10%) detiene più della metà del patrimonio complessivo e che il 30% dei sottoscrittori di importi più modesti (oltre un milione e mezzo di individui) investe al massimo circa 5.000 euro. Sul piano anagrafico, si assiste invece a un lento ma costante aumento della proporzione femminile, che nel 2013 rappresentava il 45% dei sottoscrittori, mentre sul fronte della distribuzione geografica, il 65% degli investitori risiede al Nord, il 18% nel Centro e il restante 17% nel Sud e nelle Isole.

AZIONARI E BILANCIATI – Nel corso del tempo, l’incidenza dell’investimento nel comparto azionario e nei fondi bilanciati ha subito una progressiva erosione: a fine 2013, meno del 12% e del 3% dei sottoscrittori concentrava i propri investimenti su questi due segmenti. I fondi flessibili, dal 2006, si sono rapidamente diffusi come prodotti di asset allocation “completi” e oggi rappresentano la scelta principale del 24% dei sottoscrittori. I fondi obbligazionari hanno subito un’ulteriore impennata nell’ultimo biennio, grazie al crescente successo riscosso dai prodotti a cedola. La modalità di investimento preferita dal 70% degli investitori è il versamento unico (Pic), tuttavia nel corso degli anni il numero di sottoscrittori che ha fatto ricorso in via esclusiva ai piani di accumulo (Pac) è cresciuto e rappresenta a fine 2013 il 20%.

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