UBP: euro verso possibili nuovi massimi contro il dollaro

MAGGIORI DETTAGLI IN FUTURO – Durante il meeting di Jackson Hole non sono state date guidance specifiche di politica monetaria, dovremmo quindi aspettare le prossime riunioni della Bce e della Fed per ottenere maggiori dettagli sulle rispettive strategie future, spiega Patrice Gautry, chief economist di Union Bancaire Privée – UBP. In attesa delle prossime indicazioni, mercati e valute rimarranno dipendenti dai dati e l’euro potrebbe tornare a toccare nuovi massimi contro il dollaro, in quanto il dibattito sul tetto del debito pubblico statunitense (il cosiddetto debt ceiling) appare piuttosto confuso. La settimana scorsa, contrariamente alle attese, Janet Yellen e Mario Draghi, nel corso dell’appuntamento a Jackson Hole, hanno assunto un tono più politico (regolazioni, apertura delle economie) che puramente accademico o di politica monetaria. Piuttosto che affrontare le considerazioni di breve termine dei mercati (inflazione, forza dell’euro e QE), Mario Draghi ha optato per parlare delle economie aperte, della cooperazione internazionale e di una regolazione attiva in ambito finanziario. Sembra un tema molto politico in un momento in cui in molti paesi si parla di protezionismo.

LE MOSSE DELLA FED – Anche le osservazioni di Janet Yellen non hanno riguardato assolutamente le preoccupazioni sull’inflazione statunitense, sui tassi d’interesse e sul bilancio della Fed e durante il suo discorso il presidente dell’istituto centrale americano non ha dato alcuna guidance di politica monetaria, preferendo focalizzarsi sulla regolazione. Yellen si è infatti schierata in difesa delle regole introdotte dopo la crisi finanziaria mostrandosi pronta solo ad apportare possibili aggiustamenti del sistema regolatorio per banche e società di credito di piccole dimensioni, ma non per i market dealer. Si è inoltre chiaramente opposta a quanto la Casa Bianca e i repubblicani vorrebbero come riforme, fissando così dei limiti per un suo potenziale secondo mandato alla Fed. I due banchieri centrali hanno parlato più di politica che di temi di politica monetaria, e ciò è stato un modo per esprimere che le banche centrali sono indipendenti, conclude Gautry.

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